Porta Elisa News

Meglio il nuovo o il vecchio?

lunedì, 4 settembre 2023, 08:29

di alessandro lazzarini

La prima di campionato al Porta Elisa non ha visto solo la Lucchese giocare col Perugia, ma anche la contrapposizione fra la rivoluzione giacobina della proprietà Bulgarella e il tifo organizzato. Da una parte esordiva il nuovo, fatto di uno stadio parzialmente restaurato, logo e nome della squadra cambiati e un ambiente svecchiato con impianto fonico, musiche e annunciatore al passo coi tempi; dall'altra parte la curva, con una partecipazione di pubblico che non si vedeva da tempo, per l'esordio ha posto al centro uno stendardo col logo storico della Libertas, giusto per chiarire, senza polemica ma chiaramente, che "qualsiasi cosa faccia qualsiasi proprietà, la Lucchese siamo noi".

Numerosi i dettagli che la nuova proprietà ha modificato per mettere in chiaro il taglio netto col passato. Il logo innanzi tutto, ma la vera sorpresa a nostro avviso si è avuta quando è stata annunciata la formazione, non della "Lucchese", o della "Lucchese Libertas", ma la "Lucchese 1905": quella che era una denominazione burocratica conseguenza necessaria delle vicissitudini societarie del passato, mai davvero adottata sportivamente, è stata così rivendicata come nome della squadra vestita di rossonero che la gente di Lucca usa identificare con la maggiore società calcistica della città.

Rottamato anche lo storico annunciatore Enrico Turelli, col suo stile d'altri tempi che talvolta stupiva anche gli avversari (https://www.stadiotardini.it/2017/06/la-magia-dello-speaker-anzi-dellannunciatore-dello-stadio-porta-elisa-riccardo-schiroli-video.html), in luogo di una voce giovane in stile calcio-spettacolo moderno con le sue esagerazioni: dal tono sommesso per scandire i nomi avversari, all'enfasi per quelli di casa, il tutto accompagnato da musiche alla moda, ricercate e che suonano adatte e attuali per il pubblico.

Meglio il nuovo o il vecchio? E' più provinciale lo stile retrò un po' fuori dal mondo o il conformarsi alla moda del momento? Sono domande la cui risposta, crediamo, dipende da gusti e convinzioni personali di ognuno, anche se complessivamente crediamo possa essere oggettivamente sottolineato come il rinnovamento abbia funzionato e contribuito a togliere un certo alone di dilettantismo e approssimazione che da troppi anni attanagliava il Porta Elisa facendolo apparire un campetto di periferia. Che poi questo effetto non potesse essere raggiunto anche fondendo la tradizione con le novità, rimane da vedere.

Abbiamo già avuto modo di disquisire del logo, sottolineando come una azienda degna di tal qualifica debba necessariamente essere proprietaria del suo marchio e, in definitiva, tutto quanto proposto dalla nuova proprietà è comprensibile, con la gran parte del pubblico che in fondo sembra non aver dato così tanta importanza a certi dettagli, che per alcuni sono marginali e per altri sostanza. Quello che ci sentiamo di dire, tuttavia, è che forse scelte così drasticamente in discontinuità con la tradizione avrebbero meritato un più ampio dibattito, sia da parte dell'opinione pubblica, sia con qualche commento dalla politica, magari la presa di posizione da parte di assessore allo sport e sindaco che, forse, avrebbero potuto mediare riguardo certe scelte che, in definitiva, ci consegnano qualcosa di nuovo e magari bello e vincente, ma confinano nel museo rossonero simboli e storia della Libertas.




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