Porta Elisa News
lunedì, 23 luglio 2018, 12:27
di fabrizio vincenti
Domanda: chi decide la composizione dell'ufficio stampa della Lucchese? Risposta, ovvia: la Lucchese stessa. Risposta sbagliata. Domanda: a chi vanno i proventi della pubblicità raccolta su internet dalla Lucchese? Risposta, ovvia: alla Lucchese stessa. Risposta sbagliata. Domanda: chi dispone liberamente del marchio e del logo della Lucchese? Risposta, ovvia: solo la Lucchese stessa e semmai Lucca United che ne è proprietaria. Risposta sbagliata. La risposta giusta è una sola: Città Digitali, la società di fatto controllata da Arnaldo Moriconi.
E' quanto emerge da un contratto redatto il 21 aprile scorso tra la Lucchese, rappresentata da Carlo Bini, e Città Digitali, rappresentata da Giuseppe Bini. Un contratto che è stato siglato a cinque giorni dalla prima cessione della società rossonera a Lorenzo Grassini, avvenuta a Siena il 26 aprile. E che integra, modifica un accordo del 23 agosto scorso.
Con questo atto, la Lucchese ha ceduto a Città Digitali la gestione esclusiva della comunicazione ufficiale su ogni mezzo di diffusione mediatica o di sociale network. Sito internet, Facebook, Instagram, Twitter: tutto nella mani di Città Digitali, che è titolare anche nella scelta del personale destinato a inserire i contenuti. Di più. "Città Digitali – si legge nell'accordo – assume la qualità di società delegata da As Lucchese Libertas 1905 quale responsabile ufficio stampa per le stagioni calcistiche 2018-2019 201-2020 oltre che per il residuo periodo della stagione calcistica 2017-2018. In tale sua qualità, Città Digitali provvederò a propria cura, tramite persona da lei individuata ed indicata laddove previsto ai competenti organi federali, alle mansioni indicate nell'allegato mansionario sottoscritto dalle parti, da intendersi qui integralmente trascritto e parte integrante del presente contratto". E anche in caso la normativa federale cambiasse, e si dovesse indicare non più una società ma una persona fisica, viene precisato, la Lucchese sarà obbligata a indicare gli organi federali il nominativo (con oneri a carico di Città Digitali) che le verrà indicato da Città Digitali quest'ultima. Tradotto: anche se la Fiat, per assurdo, comprasse la Lucchese, l'ufficio stampa sarebbe in mano a Città Digitali che ha il potere di indicare i nominativi sino alla stagione 2019-2020.
Ma il contratto sottoscritto, in pratica da due aziende che all'epoca erano nelle mani di fatto di Arnaldo Moriconi (all'epoca il 96 per cento della Lucchese era posseduto da Città Digitali). La Lucchese per l'analogo periodo si è infatti impegnata a cedere i diritti anche economici delle inserzioni pubblicitarie che compaiono su internet e sugli altri strumenti di comunicazione. E ancora: il marchio e il logo (che sarebbe di proprietà di Lucca United, peraltro) possono essere utilizzati liberamente e gratuitamente da Città Digitali. E viene specificato anche in caso di cambio di marchio e logo (attualmente l'accordo con Lucca United non è stato ancora sottoscritto per la nuova stagione e si ipotizza che la Lucchese di Moriconi, in caso di divergenze, dia vita a un nuovo marchio).
E tutto questo a che prezzo? Circa 140mila euro (Iva esclusa) che però, si precisa nel contratto, è già stato interamente pagato con "reciproca soddisfazione delle parti". Significa che in cambio Città Digitali ha estinto un credito di egual importo che vantava verso la Lucchese? Non è da escludere. Quello che invece è certo è che la Lucchese, o meglio chi la possiederà da qui ai prossimi due anni, se non impugnerà il contratto, dovrà pagare il doppio (280mila euro) se per qualunque ragione fosse inadempiente. Tutto questo a cinque giorni dal passaggio della società.
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