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Mister Andreucci: "Clodiense, che soddisfazione. Lucchese parte del mio cuore. Allenarla? In futuro..."

ufficio stampa union clodiense

mercoledì, 8 maggio 2024, 07:28

di gianluca andreuccetti

"L'attesa del piacere è essa stessa un piacere". L'antidoto per ottenere i risultati è uno solo: il lavoro. Antonio Andreucci ha aspettato e lavorato in silenzio. Nella sua carriera da tecnico, ha maturato diverse esperienze in Serie D, allenando squadre del calibro di Como e Triestina. Nel 2020, arriva la chiamata dei veneti dell'Union Clodiense. Dopo stagioni di alto livello, quest'anno Andreucci è riuscito a riportare i granata in Serie C. Un allenatore che però non ha dimenticato le sue origini e la squadra che lo ha fatto esordire tra i grandi: la Lucchese. Originario proprio di Lucca, Andreucci ha mosso i primi passi dal calciatore nel settore giovanile della Pantera, esordendo in prima squadra a metà degli anni '80. L'attuale tecnico dell'Union Clodiense ha parlato ai nostri microfoni. Ecco le sue parole. 

Andreucci, dopo diversi tentativi è riuscita a riportare la Clodiense in Serie C... 

"A Chioggia il professionismo mancava ormai da 50 anni. Raggiungere questo traguardo è stato una grande soddisfazione. Portare in fondo questo progetto non è stato facile".

Qual è stato il segreto di questa cavalcata? 

" La programmazione. Nel calcio, è importante avere alle spalle una società che abbia delle idee chiare e che metta un allenatore nelle condizioni giuste per lavorare. Dopo due secondi posti di fila, abbiamo fatto un ulteriore salto di qualità".

C'è stato un momento della stagione in cui avete capito che potevate vincere?

"Siamo stati in testa quasi dall'inizio alla fine, nel girone d'andata abbiamo collezionato addirittura 15 vittorie. Nonostante qualche infortunio di troppo, siamo riusciti a mantenere la continuità. La rosa è stata all'altezza anche delle situazioni difficili". 

Lo scorso anno, avete chiuso alle spalle del Legnago che adesso, da neopromossa, disputerà i playoff di Serie C: l'ha sorpresa? 

"Mi ha sorpreso relativamente. Legnago è una piazza in cui si può fare calcio in modo sereno. Hanno mantenuto parte del gruppo dello scorso anno, completando la rosa con giocatori di livello. In più, hanno un allenatore che è riuscito ad imporsi anche in Serie C".

In questa stagione, siete riusciti ad conciliare i risultati con la crescita dei giovani...

"I meriti vanno soprattutto al nostro direttore sportivo, il quale ha completato l' organico con ragazzi veramente interessanti. Uno di questi è Simone Barsi, ex terzino della Primavera dell'Empoli e mio conterraneo (è originario di Villa Basilica ndr). Sono felice che due lucchesi abbiano raggiunto un risultato così prestigioso". 

Per un giovane, pensa che sia più formativo il campionato Primavera o un'esperienza in Serie D? 

"Senza dubbio la seconda opzione. In questa categoria, un giovane può misurarsi con giocatori di livello, sperimentando sia il clima che si respira nelle grandi piazze che la difficoltà di giocare in campi di periferia. Giocare in Primavera a 19/20 anni non ha senso".

In Serie D, le squadre sono costrette a schierare in contemporanea quattro calciatori under: questa regola la riproporrebbe anche in Serie C?

"Avrebbe maggior valore se uno di questi quattro provenisse dal settore giovanile della società di riferimento. In Serie C, non imporrerei una regola: ogni squadra dovrebbe puntare a priori sui giovani".

Che ricordi ha della Lucchese? 

"Lucca è la città in cui sono nato, una parte del mio cuore rimarrà per sempre rossonera. Ho avuto l'onore di vestire questa gloriosa maglia sia nelle giovanili che in prima squadra. Vedere la Lucchese fallire o comunque arrancare come accaduto negli ultimi anni è stato difficile".

Un giudizio sulla stagione appena trascorsa? 

"Devo dire che Gorgone è un allenatore interessante. Durante l'anno ha fatto vedere delle buone cose. La Lucchese mi è sembrata una squadra con delle buone potenzialità, anche a livello di giovani. Lucca è una piazza grande e che merita dei risultati importanti. A mio parere, un ruolo chiave lo ricoprirà la società, con i suoi programmi".

Da tifoso, c'è una partita della Lucchese che ricorda con piacere?

"Ne ho viste tante. La più emozionante è stata la finale di Coppa Italia di Serie C vinta nel 1990, contro il Palermo. Un'immensa soddisfazione per tutta la città".

In futuro, le piacerebbe allenare la Pantera? 

"Nel calcio tutto è possibile: mai dire mai..."

 

 

 



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