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Obbedio: "Salvezza contro il Bisceglie? Qualcosa di irripetibile. Sul futuro..."

martedì, 16 aprile 2024, 08:02

di gianluca andreuccetti

Credere fino in fondo in un progetto. Dare tutto per provare ad accontentare una città, una tifoseria e una squadra, senza avere rimpianti. Nella storia recente della Lucchese, sono poche le figure che hanno lasciato un segno indelebile. Uno di queste è Antonio Obbedio. Oltre ad aver vestito la casacca rossonera alla fine degli anni '90, l'ex centrocampista ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo della Pantera, tra il 2016 e il 2019. Grazie anche a lui, la Lucchese è riuscita ad ottenere la salvezza sul campo nei playout contro il Bisceglie. Una scelta di vita e caratteriale di una persona che, nonostante l'assenza della società, ha deciso fino in fondo di rimanere. Obbedio ha rilasciato delle dichiarazioni ai nostri microfoni. Con lui abbiamo parlato della sua esperienza al AlbinoLeffe, di Lucchese e di tanto altro.  

Come sta andando il progetto AlbinoLeffe? 

Siamo vicini a centrare l'obiettivo prefissato ad inizio stagione, ovvero la salvezza. Prestazioni alla mano, a mio parere meritavamo di avere 5/6 punti in più in classifica. In questa stagione, stiamo valorizzando diversi under: basti pensare, che siamo la prima squadra in Italia per minutaggio dei giovani. 

Quanto è importante per una società come la vostra avere un settore giovanile ben strutturato? 

É da diversi anni ormai che l'AlbinoLeffe punta sui giovani del proprio vivaio. Esiste una sinergia tra la Primavera e la prima squadra, basti pensare ai tanti ragazzi che quest'anno hanno esordito in Serie C. La loro crescita è importante anche in chiave economica: non nascondo, la possibilità di qualche plusvalenza interessante quest'estate.

Che legame ha con mister Giovanni Lopez, tecnico con il quale ha già lavorato alla Lucchese? 

Il nostro è un rapporto che affonda radici lontane. É un allenatore che rispecchia la filosofia tattica dell'AlbinoLeffe, incentrata sin dalle categorie giovanili sull'utilizzo del 3-5-2.

Che ricordi ha della sua esperienza da direttore sportivo della Lucchese? 

Partendo dalla stagione 2016-2017, devo dire che quella fu un'annata straordinaria ma allo stesso tempo stressante. Per problemi societari, durante il mercato di gennaio fummo costretti a rivoluzionare la squadra. Nonostante tutto, riuscimmo ad arrivare fino ai quarti di finale dei playoff di Serie C, venendo eliminati a fatica dal Parma.

La salvezza conquistata nel 2018-19 contro il Bisceglie rimane qualcosa di irripetibile...

Il merito va ad un gruppo di lavoro straordinario. Non solo ai calciatori, ma anche allo staff tecnico guidato da mister Favarin e alle poche persone che erano rimaste. Fondamentale il sostegno economico e morale dei tifosi: senza di loro, non avremmo terminato la stagione. 

La società era ormai allo sbando: come mai decise di rimanere? 

Da un punto di vista della carriera professionale, quella fu una scelta che pagai. Già a gennaio infatti diverse squadre mi avevano cercato. Dall'altra parte, non volevo assolutamente mettere in difficoltà i giocatori. Quell'anno si era creato un legame indissolubile tra la squadra, la tifoseria e la città.

In quella rosa, c'erano anche diversi giovani interessanti... 

Tra tutti, citerei due calciatori che adesso giocano in Serie A come Falcone e Gabbia. Quest'ultimo, arrivò in prestito dal Milan nell'ultimo giorno di mercato. Sebbene potesse restare come fuori quota in Primavera, il ragazzo scelse l'esperienza in Serie C a Lucca. Nonostante in U19 giocasse prevalentemente come centrocampista, la nostra intuizione fu quello di spostarlo definitivamente in difesa.

L'ha sorpresa la vittoria del campionato da parte del Mantova? 

Per assurdo, la loro stagione trionfale è nata dalle ceneri del playout perso lo scorso anno contro l'AlbinoLeffe. Dopo il ripescaggio, il presidente del Mantova è stato molto intelligente nella scelta del management sportivo, in particolare del direttore generale Botturi e del tecnico Possanzini. Un'altra scelta azzeccata è stata quella di cambiare quasi tutta la rosa, costruendo con un budget ridotto una squadra che rispecchiasse le idee dell'allenatore. 

Che pensiero ha sulle seconde squadre?

All'inizio non ero per niente favorevole, poi però mi sono dovuto ricredere. Il salto dalla Primavera alla massima serie è troppo grande e credo che per un giovane giocare in Serie C sia uno step fondamentale per la propria crescita. Seconde squadre come Atalanta e Juventus stanno innalzando il livello del nostro campionato.

In futuro dove si vede? 

Il mio obiettivo è quello di portare l'AlbinoLeffe alla salvezza matematica. Ho ancora un anno di contratto e il mio futuro è ancora qui.

 



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