Galleria Rossonera
mercoledì, 19 aprile 2017, 08:49
di fabrizio vincenti
Due stagioni prima di spiccare il volo verso la massima serie, appena sfiorata, e, soprattutto la cadetteria, dove ha collezionato 123 presenze. Maurizio Gaiardi, classe 1955, due campionati in rossonero, uno dei quali quello indimenticabile della stagione 1977-78 che portò a Ferrara 6000 tifosi rossoneri, è nativo di Cremona e con i grigiorossi ha disputato anche una stagione da calciatore, oltre che aver allenato, una volta attaccate le scarpette al chiodo, numerose formazioni giovanili. Atalanta, Udinese, Catanzaro, Lecce: ecco alcune delle tappe da calciatore di questo motorino del centrocampo rossonero che fu. Sessantotto presenze e due gol. E, soprattutto, un ricordo di Lucca indelebile. Nella pelle. Un tatuaggio che è stato rinnovato lo scorso anno in una serata di marzo che ha visto tutti i reduci di Ferrata, mister Meregalli in testa, osannati da centinaia di tifosi. Che a distanza di anni non hanno scordato quelle emozioni. Perché i tifosi non scordano. Mai.
"E' stato impressionante e emozionante ritrovarsi dopo tanti anni, praticamente tutti con l'eccezione di alcuni impossibilitati a venire. Credevamo di non risconoscersi a distanza di così tanto tempo e invece ci siamo ritrovati come se fosse passato poco tempo e non 38 anni".
I tifosi vi sono stati vicini in modo toccante.
"Sono rimasto senza parole: ho avuto modo di capire cosa sono i tifosi, prima non l'avevo compreso del tutto. Dopo 38 anni si ricordavano di noi che non avevamo vinto nulla, avevamo solo regalato bel gioco e, probabilmente, un sogno".
Che ricorda delle due annate in rossonero?
"Sono ricordi importanti. Ero giovane, ma credo di aver lasciato il segno, tanto è vero che da Lucca sono andato in serie A al Catanzaro e da lì al Lecce. Ero uno dei giocatori voluti da Anconetani in rossonero, da Lucca sarei dovuto andare alla Fiorentina, c'era già un precontratto. Poi non se ne fece di nulla, avessi avuto, come ora hanno i giocatori, un procuratore, forse la mia carriera sarebbe stata diversa".
Dire Ferrara è probabilmente citare la partita delle partite: altri match che le sono rimasti dentro?
"Ferrara è stata Ferrara, ma ricordo molto bene anche i derby, accesissimi, con Pisa e Livorno. Davvero delle battaglie con gli stadi sempre stracolmi, oggi vedo stadi mezzi vuoti anche in serie B".
Quale il giocatore più forte avuto accanto in rossonero?
"Del primo anno direi Mario Piga, dell'anno di Ferrara un po' tutti, da Morgia a Platto, da DUrso a Ciardelli: eravamo in grande gruppo".
Sabato sarà allo Zini per Cremonese-Lucchese?
"Certo che ci sarò".
Che idea si è fatta della Lucchese di quest'anno?
L'ho seguita dai resoconti giornalistici e ho visto in tv la gara di andata dove i rossoneri fecero una grande partita. Le vicissitudini societarie e la partenza di alcuni giocatori hanno influito sul calo. Credo che Galderisi paghi colpe non sue. Non ci dimentichiamo che Forte, fosse rimasto, sarebbe il capocannoriere del girone e la Lucchese avrebbe vari punti in più".
La Cremonese è a un passo da un'impresa.
"E' caricata al massimo, gioca un calcio all'attacco, molto potente, ha centrato tanti risultati positivi che le hanno consentito una rimonta insperata. La gara contro la Lucchese sarà molto importante per i grigiorossi, ma va anche detto che questo campionato lo sta perdendo l'Alessandria: incredibile buttare via tutti quei punti di vantaggio e inanellare quelle sconfitte e pari. Sono risultati che stanno facendo parlare".
Come possono i rossoneri tornare da Cremona con un risultato positivo?
"Domanda da fare all'allenatore, credo che la Lucchese dovrà essere brava a sfruttare gli spazi che la Cremonese, che deve vincere per forza, lascerà. E forza Lucchese!".
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