Detto tra noi

Sulla pelle della Pantera, sulla pelle di un calcio malato

martedì, 18 febbraio 2025, 08:11

di fabrizio vincenti

"Il Gruppo Bulgarella comunica di aver ceduto il cento per cento delle quote della Lucchese 1905 ad una cordata di società lombarde capitanata dall’avvocato Giuseppe Longo, la sola ad aver dato evidenza concreta di garanzie utili al rispetto delle obbligazioni": cominciava così il comunicato sulla cessione conclusa dal Gruppo Bulgarella, Andrea Bulgarella, Salvatore (detto Ray) Lo Faso solo il 13 gennaio scorso. Di quali garanzie parlasse la nota, si fatica a capire. Forse le garanzie stavano nel sottoscrivere un contratto blindato, che rendesse impossibile la restituzione, anche in presenza di mancati pagamenti, anche di disastri di ogni genere, al cedente. Resta l'incredibile comportamento adottato alle spalle di una città, fatto di bugie, dilazioni, omissioni, andate avanti per mesi e mesi, anche verso i vertici istituzionali della città, e sulle quali molti tifosi sono inciampati con l'attenuante della dabbenaggine e della buona fede. 

Quanto sta accadendo ora, lo capisce anche un bambino, non può né deve essere addossato soltanto a una schiera di avvocati e commercialisti, le cui motivazioni nella presenza nella doppia compravendita della Lucchese non sta a noi ricostruirle, ma, immaginiamo, ad altri. Tutto inizia e tutto finisce sulla rotta Trapani-Pisa in quel 13 gennaio quando, parlano i fatti, è stata staccata frettolosamente la spina. Ma, in realtà, a ben vedere, nemmeno lì. Tutto parte, e i tifosi rossoneri al pari di tanti altri lo stanno provando ancora una volta sulla propria pelle, da un sistema che fa acqua da tutte le parti e consente tutto questo. Che si fa bello con carità pelose prime dei match (ormai le giornate a favore di qualcuno sono più dei turni di campionato così come i minuti di silenzio), per ricorrenze o enti benefici, ma che non è in grado nemmeno di avere gli anticorpi per salvaguardare le proprie società, i propri tifosi. 

Quest'anno, rischiano di essere quasi una decina le società con penalizzazioni, tra cui, ovviamente, ci sarà anche la Lucchese. Niente è stato fatto di concreto per impedire questo scempio. I controlli sulle nuove proprietà sono sotto gli occhi di tutti, l'incapacità di tutelare i giocatori per il lavoro che fanno lo è altrettanto. Un sistema che permette di pagare trimestralmente i propri dipendenti che serietà può avere? Immaginatevi se il vostro datore di lavoro vi dicesse che vi dà tre mensilità insieme, più avanti. In quale settore della vita nazionale è possibile tutto questo? E in quale settore è possibile cavarsela con fideiussioni per importi decisamente inferiori rispetto agli ammontari dei contratti sottoscritti? 

Ecco, per concludere, cosa ha dichiarato sulla Serie C (in occasione della rielezione di Marani) nei mesi scorsi il presidente della Figc, recente rieletto con la percentuale bulgara del 98%, Gabriele Gravina, uno che non ha avuto nemmeno il pudore di dimettersi dopo due mondiali falliti nelle qualificazioni: “L’Assemblea di oggi è l’occasione per confermarvi uniti, valorizzando l’ottimo lavoro svolto dall’attuale governance, in particolare da Matteo Marani che si è dimostrato una guida capace, mite e solida. Negli ultimi anni, la Lega Pro si è imposta positivamente in termini di partecipazione, in particolare con l’aumento dell’audience e delle presenze negli stadi, in termini di tenuta economica e soprattutto di valorizzazione dei giovani". Facile capire che il calcio italiano, dietro le tv, gli spot per le pelose iniziative benefiche, le criminalizzazioni anche a comando delle curve, i milioni veri o presunti, è una immensa presa per il culo. Accanto a tutto questo, poi, ecco la straordinaria bellezza della vita e del pallone, che permette di commuoversi di fronte a dei ragazzi e al loro allenatore (quante ne ha dovute sopportare immeritatamente...) che senza stipendio danno tutto, per riaffermare che esistono. Che hanno una dignità. Che per loro il calcio è lavoro e vita. Saremo accanto a loro sino all'ultimo. Sino a che rotolerà il pallone, nel disprezzo assoluto di questo modo di condurre il calcio. E siamo convinti che al loro fianco ci saranno anche i tifosi. Per il resto, dateci voi un motivo per essere ottimisti. Noi, non lo vediamo.

 



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