Detto tra noi

"Siamo una squadra fortissimi"

domenica, 1 settembre 2024, 11:52

di fabrizio vincenti

Chiuso il mercato, non senza problemi – e in questo senso le parole del tecnico rossonero non possono non essere valutate in tutta la sua gravità quando cita le difficoltà nel portare a Lucca molti giocatori – è possibile tracciare un bilancio sommario della campagna di rafforzamento della squadra. Non ci giriamo intorno: per noi, la formazione è più debole dello scorso anno, quando già aveva limiti evidenti sin dalla sua fase di costruzione estiva. Eppure questo, era stato assicurato, doveva essere l'anno del rilancio, dopo una prima stagione decisamente al di sotto delle aspettative e dei proclami. Proprio quei proclami che sono stati più volte ribaditi, con un crescendo rossiniano, anche nei mesi scorsi dal proprietario del club. Inutile ribadire a suon di citazioni i bollettini di guerra che parlavano di campionato dove tutte le avversarie dovevano aver paura dei rossoneri o dello sbandierato arrivo di un bomber da venti gol. Del resto, non è l'arrivo o il mancato arrivo di un giocatore a preoccupare: è tutto il contesto che non sta in piedi. Partiamo dalla scelta del direttore sportivo: Frara fu liquidato circa a metà marzo. In molti, mentre passavano le settimane senza che venisse individuato il sostituto, si sono illusi che dovesse arrivare una sorta di Marotta, ovviamente in quel momento sotto contratto chissà con chi. Alla fine, il sostituto di Frara è stato ufficialmente investito dell'incarico solo a giugno (tre mesi dopo il suo predecessore) e per giunta era già a libro paga della Lucchese. Non era possibile nominarlo molto prima dandogli più tempo per muoversi anziché sfogliare una margherita senza petali?

A nostro avviso, sia pure con alcune scelte discutibili, citiamo per esempio alcuni arrivi e relativi contratti pluriennali quasi al fotofinish, Ferrarese ha fatto quello che ha potuto mettendoci passione e impegno. Anche, ovviamente, tenendo conto del budget e dei no ricevuti: bene non dimenticarlo. Resta da capire, se si continuerà a non puntare sul minutaggio dei giovani che garantisce risorse economiche.

La squadra, dicevamo, ci pare indebolita. A partire dalla difesa, con l'eccezione del portiere le cui prime uscite sono molto confortanti. A centrocampo non mancano i pedalatori, buono l'arrivo di Catanese, ma non si vede come possa elevarsi il tasso tecnico e garantire anche qualche gol. Le prime uscite, inoltre, indicano una carenza di fantasia preoccupante. L'attacco doveva essere stellare: un bomber da venti gol, conferme per Ravasio e Yeboah: ricordate? Abbiamo visto come è finita, e, attenzione, chi come Ravasio non voleva restare, o chi come Yeboah, ha fatto scelte diverse, non sono da rimpiangere. Semmai c'è da interrogarsi se al posto di questi sono arrivati giocatori paragonabili o, se possibile, migliori. E su chi garantirà le reti, a meno che non si pensi che a tutto possa pensare un buon giocatore come Costantino. La risposta resta un mistero.

Così, a fronte di aspettative fatte crescere a dismisura con reiterate dichiarazioni, ci troviamo in mano un complesso di giocatori che non ci fa stare tranquilli. In molti, anche in queste ore, hanno individuato il tecnico come il primo colpevole. Non lo crediamo affatto. Ovviamente, anche lui non è certo infallibile e il suo primo errore, probabilmente, è stato di accettare di rimanere e onorare il contratto. Comunque, se questo fosse il problema, e ne dubitiamo, è facilmente risolvibile. A quel punto, si vedrà se "siamo una squadra fortissimi", come diceva il geniale Checco Zalone, o si cerca solo l'ennesimo capro espiatorio per errori altrui. Nel frattempo, c'è solo da sostenere questo gruppo che, prima di tutto, avrà il compito di tenerci lontani dalle sabbie mobili. Il tempo delle chiacchiere è finito, servono i punti. 



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