Detto tra noi
domenica, 4 febbraio 2024, 18:08
di fabrizio vincenti
Qualche tifoso forse un po' superficialmente dà già le cose per fatte dopo l'annuncio dell'accordo tra la Lucchese e l'Aurora Immobiliare per il nuovo Porta Elisa. Il cambio (apparente) di direzione della società rossonera, che a maggio sconfessò la firma apposta da Alessandro Vichi all'accordo e che per mesi ha negato ogni interesse, pare essersi realizzato con il raggiungimento di un nuovo accordo sotto la benedizione del Comune.
Dicevamo, apparentemente. E proviamo a spiegarci citando le parole dell'amministratore delegato Lo Faso nell'agosto scorso: “Fin dai primi giorni abbiamo ribadito che non siamo venuti per lo stadio e a nostro avviso il progetto è eccessivo: 50 milioni di costi pongono un problema economico. Chi investe? Chi paga? Mi pare sovradimensionato e comunque per noi non è sostenibile. Se Aurora Immobiliare ha gli investitori è un discorso, noi su queste cifre non ci muoviamo". Parole che suonarono come una bocciatura senza appello. Poi, nei mesi successivi il dialogo è ripreso. Ma un accordo poteva essere trovato solo a due condizioni: o la Lucchese cambiava idea, o il progetto veniva cambiato e reso più consono (anche economicamente) alle possibilità e agli interessi della società rossonera.
La seconda ipotesi è stata esclusa durante il suo intervento a Corner Corto dal direttore generale Mangiarano: il progetto è tale e quale quello di maggio. Dunque, sono stati gettati via otto mesi senza che sia stata mossa una pedina. Di conseguenza, vi chiederete, la Lucchese ha cambiato idea? Sostanzialmente no. Fanno fede la parole di Lo Faso: se Aurora ha gli investitori vada avanti, e di Mangiarano che ha confermato che la Lucchese sarà utilizzatrice del campo. Ha solo dato un via libera, certamente interessato altrimenti il prossimo campionato al Porta Elisa, salvo colpi di scena, ovvero qualche piano B del Comune, sarebbe stato a rischio. A conti fatti, o Aurora ha gli investitori, o il progetto, al di là del suo iter burocratico che può riprendere, è destinato a naufragare. E fossimo nel Comune inizieremmo seriamente a valutare l'ipotesi B, magari guardando a quanto fatto a Ferrara, con un accantonamento progressivo di risorse, perché del piano B della Lucchese non ci sarebbe traccia concreta, al di là delle dichiarazioni di circostanza. Qualche malalingua parla sottovoce che ci sia stata più che altro la speranza che il piano B potesse prendere forma con l'appoggio alla proposta del presidente Giani, intenzionato a portare la Fiorentina a Lucca accollando alla società viola le spese di adeguamento dell'impianto, una proposta che qualche barattiere lucchese di dantesca memoria ha finito pure per appoggiare entusiasticamente. Per alcuni, del resto, tutto ha un prezzo.
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