Detto tra noi
domenica, 16 aprile 2023, 09:47
di fabrizio vincenti
La Lucchese è matematicamente nei play off per il secondo anno consecutivo. Nonostante i cambi quasi integrali alla rosa, quello in panchina e le solite incertezze societarie che hanno poi finalmente trovato uno sbocco nei mesi scorsi, la formazione rossonera, pur probabilmente non entusiasmando, ha colto quello che era l'obiettivo principale, va detto, non dal luglio quando è stata cominciata a essere allestita con prospettive probabilmente più modeste, ma da agosto, quando a Lucca sono arrivati due-tre pezzi in grado di alzare significativamente la qualità complessiva. Una volontà del resto ribadita a gennaio, quando in rossonero sono giunti tre giocatori di livello, De Maria compreso, come sta dimostrando questa fine di campionato, per non parlare di Fabbrini, che non si è comunque ancora espresso al meglio, e di Panico, autore di un girone di ritorno da incorniciare.
Maraia, nell'arrivare a Lucca, aveva promesso di cercare di fare meglio anche fosse solo di un punto di quanto fatto lo scorso anno, senza nessuna intenzione di fare paragoni, peraltro inutili, ma solo per continuare nel percorso di crescita. Al di là del punto in più o in meno, lo decideranno i play off se questa Lucchese riuscirà a far meglio di quella uscita al primo turno lo scorso campionato. Per il momento come punti e risultato finale siamo di fatto in linea con il torneo scorso. Sulla carta, questa squadra ci pare più attrezzata di quella 2021-2022 più forte di individualità, più completa nella rosa, nonostante le delusioni arrivate dagli attaccanti, a cui, però, fa da contraltare il numero di reti segnate da Panico da gennaio in poi. Sempre sulla carta, probabilmente, questa squadra avrebbe potuto fare più punti, e collocarsi due-tre posizioni più avanti: sono tante le partite dove le vittorie non sono arrivate per un soffio, talvolta colpevolmente, talaltra per effetto del caso.
Ma, detto questo, e detto con un po' di amarezza, resta il fatto che i rossoneri hanno centrato l'obiettivo principale, di più, onestamente, non era pensabile sperare per una serie di motivi comprensibili ai più anche se forse non a tutti. A partire dalla forza societaria. E qui a chi continua, ci auguriamo in buona fede, a dimenticarlo, giova ricordare che la compagine societaria uscente non vedeva al suo interno forze economiche in grado probabilmente di affrontare, sulla carta, un campionato professionistico. Eppure, evidentemente, dove non sono arrivati i soldi, è arrivato l'ingegno. Basta dare un occhio ai compensi ridicoli che la Lucchese ha riconosciuto agli agenti per capire che soldi ce ne erano davvero pochi e che non riconoscere il merito a chi ha gestito la società e costruito la squadra è solo miopia.
Leggiamo sui social, anche sul nostro, commenti funebri (o quasi), talvolta sprezzanti, al risultato sportivo raggiunto. Ci piacerebbe capire qual è la differenza tra lo scorso campionato e questo, al di là di un gioco certamente più frizzante espresso a tratti, ma purtroppo solo a tratti (ricordiamo mesi senza una vittoria) dalla squadra allenata da Pagliuca. Pagliuca come Maraia hanno guidato la Lucchese ai play off: piaccia o no è il massimo che questa società potesse fare. Se qualcuno, per diritto divino, pensa che la Lucchese debba concorrere a altri traguardi (che dovrebbero aprirsi finalmente in un futuro prossimo) è fuori strada, e forse qualcuno, abbiamo la sensazione, è anche prevenuto, magari intossicato dalle negatività accumulata in tanti anni. E aggiungiamo: non basteranno nemmeno i soldi di Bulgarella a centrare risultati sportivi: servirà programmazione, uomini giusti, serietà e un pizzico di buona sorte. Per informazioni, consigliamo una gita in riva al Garda. A Salò.
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