Detto tra noi

Lucciole, anzi canguri, per lanterne

domenica, 10 luglio 2022, 09:10

di fabrizio vincenti

A Lucca, si sa, quando si parla di calcio, siamo abituati a tutto. E' stato visto di tutto. I tifosi hanno subìto di tutto. Ma la vicenda della cordata calabro-australiana è riuscita ancora una volta a regalare un elemento di sconcertante novità. Il gruppo, anzi uno dei figli dell'imprenditore che tanti anni fa salpò per nuove terre e con nuovi orizzonti, è stato impegnato per mesi nella trattativa che, come tutti sanno, è partita addirittura nel marzo scorso. Riunioni. Contatti. Scambi di informazioni e documentazione.

Mentre il tempo scorreva – e anche a un perfetto sconosciuto di materia calcistica sarebbe stato chiaro che la vicenda stava finendo per sovrapporsi al periodo più delicato dell'anno, ovvero all'iscrizione e all'allestimento della nuova formazioni – la società rossonera o almeno una parte di essa ha coltivato speranze di aver finalmente trovato il jolly in grado di garantire un futuro finalmente sereno alla vecchia Pantera. Eppure, a ben vedere, alcuni segnali non confortanti erano arrivati. A partire dalla lettera sconcertante inviata da uno degli emissari del gruppo a Lucca United, e a quanto risulta nemmeno firmata con nome e cognome ma solo con il nome, in cui si chiedeva senza mezzi termini il marchio, sorvolando o quasi sulle prospettive dello stadio e di altro. A questo scivolone imbarazzante si è aggiunta la vicenda della fideiussione che i vecchi soci sono stati costretti a pagare per l'iscrizione, mentre si continuava a trattare ostentando sicurezza e fiducia nell'avvenire. Per non parlare della reazione, seguita all'annuncio di uno stop alla trattativa nel momento in cui il nome della famiglia interessata all'acquisto (la stessa che anni addietro provò a fare capolino a Reggio Calabria tirandosi a un certo punto in disparte) è comparso sulla stampa.

Da ultimo, la lettera del commiato, dopo aver per giorno esplorare i conti societari avendoli, a quanto risulta, trovati compatibili con le richieste per investire. Leggere da Nicky Scali che "sfortunatamente il breve lasso di tempo dedicato all'analisi insieme al clima economico e geopolitico sempre più instabile e incerto sia in Europa che nella regione Asia-Pacifico, ha reso impossibile per il gruppo di investimento prendere una decisione immediata sull'acquisto del club" è semplicemente sconcertante dopo tutti i passi compiuti e il tempo impiegato. Al limite della fantascienza. Le scadenze, del resto, erano ben note anche quando i professionisti del gruppo sono andati allo stadio per verificare i libri contabili. Alla fine, sono rimaste solo le chiacchiere e un nuovo cumulo di macerie, sia per l'allestimento della squadra (nel frattempo Pagliuca se ne è andato e ci pare pienamente comprensibile dal suo punto di vista, molti rinnovi sono sfumati così come molti obiettivi di mercato). Un disastro, difficile se dire annunciato, ma di sicuro grave, con i la fiducia dei tifosi, tanto per cambiare, ancora ai minimi storici. Un disastro, e una valutazione, sia pure con l'attenuante della buona fede, totalmente sbagliata sulle intenzioni di chi per mesi ha dichiarato di voler acquistare.

Dopo aver scambiato lucciole, anzi canguri, per lanterne andrà posto rimedio e rapidamente. In giro, visto che anche la cordata campana è evaporata, resta solo forse un approccio con un gruppo romano e poco altro. Ma valgono le considerazioni fatte prima: il tempo è quello delle decisioni, passaggi affrettati sono a rischio, trovarsi con il cerino in mano è un attimo. Ecco perché l'attuale società ha il compito, anzi il dovere, di allestire una formazione, garantire la continuità e, nel frattempo, cercare nuovi investitori, possibilmente che non abbiano troppi timori per il "clima geopolitico nella regione Asia-Pacifico". Perché, come detto tante volte, nonostante abbia fatto miracoli, viste le risorse a disposizione, difficilmente l'attuale compagine potrà, con le proprie forze, far sognare e forse persino poter garantire una prolungata tranquillità che è il minimo sindacale a cui spetta ai tifosi rossoneri. Di sicuro, la Lucchese, come da tradizione, sarà uno dei problemi che il nuovo sindaco e il nuovo assessore allo Sport troveranno sui loro tavoli. Niente di nuovo, sul fronte rossonero.



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