Basket Le Mura
mercoledì, 26 aprile 2023, 14:19
Un tavolo imbandito di trofei, di magliette, di fotografie, di locandine di giornali che commuovono a distanza di anni, di immagini di festa, come quelle dell'unica festa scudetto avuta a Lucca, quella del maggio 2017, un traguardo che sembra ora impossibile, oltretutto in una città che è geneticamente fredda, talvolta arida, talaltra ottusa verso tutto quello che è il mondo dello sport ma anche della identità, della sua storia. Il Palatagliate che ha visto celebrare i successi di vent'anni del Basket Le Mura ha ospitato anche quello che potrebbe essere l'ultimo atto di questa gloriosa società cestistica, che insieme a Schio è da più tempo nel massimo torneo nazionale. Gli attuali soci, va detto e ripetuto di una società dilettantistica che hanno retto in piedi per tanti anni un vero e proprio miracolo sportivo, hanno alzato bandiera bianca sia pure con l'onore delle armi per quanto fatto e donato alla città, ma anche con l'amarezza di un generale disinteresse, prima di tutto da parte del ricco, ricchissimo, quanto arido, mondo industriale della zona, buono solo a lamentarsi per i mancati inceneritori, pronto a chiedere assi viari e strade, pronto a inalberarsi perché al territorio dà lavoro ma arido, aridissimo, quasi quanto l'avaro di Moliere o lo Shylock del Mercante di Venezia di Shakespeare, quando c'è da intervenire al fianco del mondo dello sport e della cultura, per questi, al massimo, due spicci che hanno il sapore della mancia, come ben sanno anche i tifosi della Lucchese.
A lanciare il grido finale di allarme sul rischio molto concreto di sparizione della società biancorossa sono stati il presidente Rodolfo Cavallo, dimissionario da tempo, e i dirigenti Andrea Piancastelli, Massimo Branchetti, Cristiana Cardella e Marco Mei. Per tutti, in una clima di diffusa commozione, la situazione così com'è non è più sostenibile.
Troppi costi, poco pubblico (la scorsa stagione 64, avete letto bene: 64 abbonati), una stanchezza dopo venti anni di impegno, la necessità di dover assolvere nuovi obblighi che porteranno alla creazione di una società professionistica e non più dilettantistica per rimanere in A1, peraltro difesa sul campo con la salvezza ai play off dopo una stagione travagliata.
“Più volte – ha spiegato Branchetti – il Basket Le Mura è stato percepito come una realtà sportiva molto strutturata, ma in realtà siamo una società dilettantistica fatta da un gruppo di amici che ha provato a tenere in piedi questa avventura. E questo spiega le difficoltà avute nel corso del tempo, forse siamo stati poco bravi a attrarre nuove persone, ma abbiamo contato solo sulle risorse proprie, soldi pubblici, in venti anni, non ne son arrivati salvo i contributi della Fondazione Cassa. Da soli in questi anni abbiamo raccolto 9 milioni di euro di sponsor che sono serviti a mantenere la squadra a questi livelli, quando abbiamo sbagliato, abbiamo pagato di persona. Le nostre difficoltà sono comuni a altre realtà perché il basket femminile sta cambiando, ma qui la differenza è la continuità che trova un altro caso così solo a Schio. Questa stagione è stata al di sotto delle aspettative e avere risorse scarse in caso di infortuni o altri problemi, pesa ancora di più. A chi diceva che non volevano salvarci, rispondiamo che siamo in A e non ci sono commenti da fare. Le risorse sono state sempre meno con il passare degli anni, addirittura nella stagione post scudetto abbiamo avuto meno soldi dagli sponsor”.
“Abbiamo fatto tutto il possibile – ha aggiunto – a questo punto se Le Mura non possono andare avanti, la colpa è della città che se ascoltasse sarebbe ancora in grado di far continuare la storia del club. Noi abbiamo difeso con le unghie e con i denti la categoria per 20 anni, ma ora o qualcuno interviene o la storia finisce qui. Così non si può andare avanti: c'è un mese di tempo per trovare una soluzione”.
I problemi orizzonte sono prima di tutto di ordine economico, con i costi che per scelta di rendere professionistiche le società passeranno da 450mila euro a 800mila, considerando che mancherà il main sponsor Gesam Gas e Luce che aveva già manifestato il suo disimpegno che ma che ha mantenuto la parola sino a questa stagione. C'è poi la questione del ricambio in società con molti degli attuali soci stanchi di tirare avanti la carretta, oltretutto nell'indifferenza di una parte della città. Infine, la Federazione ha deciso di alzare le tasse del 70 per cento sulle operazioni per l'arrivo delle giocatrici. Anche un eventuale retrocessione con iscrizione alla A2 avrebbe costi importanti e comunque occorrerebbe una nuova classe dirigente. Serve organizzazione, servono soldi e tutto in tempi stretti. Serve un piccolo miracolo, a cui Lucca non ci ha purtroppo abituato.
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