Porta Elisa News

Sotto zero

sabato, 2 marzo 2024, 08:27

di alessandro lazzarini

Tira una brutta aria intorno alla Lucchese, è inutile negare che con l'eliminazione in Coppa Italia è venuta meno la possibilità di salvare il bilancio sportivo di una stagione ben al di sotto delle aspettative, deprimendo ancor più il morale di una squadra già insicura, adesso anche sbeffeggiata dai propri stessi tifosi e condannata dalle dichiarazioni di una società che parla poco e, alla luce di quanto si è potuto leggere, farebbe meglio a parlare ancor meno.

Nessuno si aspettava di lottare per il vertice della classifica, ma nemmeno di ritrovarsi alla soglia della zona playout e, certo, arrivare in finale di Coppa sarebbe stata l'occasione per dare alla tifoseria una piccola gioia ormai sconosciuta a questa latitudini; una tifoseria che si era riaffacciata allo stadio con numeri all'altezza della piazza per poi disertare di nuovo quando si è capito che l'andazzo sarebbe stato come al solito anonimo, ma anche capace di muovere quasi 500 persone di mercoledì in orario lavorativo, peraltro per trovare uno stadio deserto e una realtà avversaria che palesemente snobbava l'appuntamento, come a dire: qua la fame ormai è talmente tanta che a spostare le montagne basta uno spiffero.

Non per questo, a nostro avviso, i tifosi dovrebbero deridere i giocatori come accaduto dopo il fischio finale di Padova, quando si è vista l'ennesima scena di una squadra che dopo una sconfitta si sottopone al tribunale della curva, cattiva abitudine del calcio moderno. In realtà la squadra è sembrata impegnarsi, cercare di dar tutto, e questo atteggiamento andrebbe sempre premiato da parte dei sostenitori, se non con applausi quanto meno con indifferenza. Intendiamoci, la frustrazione dei tifosi rossoneri è più che comprensibile dopo così tanti anni di sconfortanti delusioni e campionati anonimi, ma in questo momento è più che necessario cercare di ritrovare quell'unità necessaria a salvare quanto meno la stagione, visto che i playoff sono a un passo e, soprattutto, bisogna evitare in ogni modo di perdere la categoria, rischio che se non dovessero arrivare punti con Rimini, Pontedera e Olbia sembrerebbe molto meno remoto di quanto appare adesso.

Tocca dunque a Gorgone in primis, quindi ai ragazzi con Tiritiello, Coletta, Fazzi e gli altri senatori in prima fila, fare in modo che il gruppo si metta la delusione alle spalle e conquisti i punti che servono a mettere in cassaforte la Serie C. Per farlo riteniamo che l'allenatore debba una volta per tutte risolvere l'equivoco tattico in cui è precipitata la Pantera da quanto gli è balenata l'idea della difesa a tre; lo scorso anno il tanto bistrattato Maraia iniziò il campionato con questo modulo, schierando Tiritiello, Benassai e Bachini, poi se ne uscì dicendo che questi giocatori a tre non potevano proprio giocare e quello schieramento si rivide solo nelle fasi finali delle partite in cui c'era da difendere il risultato. Ecco, noi crediamo che quel modulo, al di là delle prestazioni dei singoli interpreti, abbia tolto ai rossoneri tutta la sfrontatezza mostrata a inizio stagione, che magari era anche troppa, ma che ora è nulla.

La prima Lucchese di Gorgone teneva gli avversari lontani dalla porta col pressing alto, questa se li porta in area di rigore e, per di più, propone schieramenti con 6-7 giocatori con scarsa propensione offensiva, demandando l'onere di far gol ai soli tre attaccanti, sempre isolati e facilmente controllabili dalle difese avversarie. Noi crediamo che, perdere per perdere, Gorgone debba tornare a fare il suo calcio coraggioso e che ricerca il dominio del campo e del pallone. Se invece il calcio di Gorgone è questa sorta di catenaccio palla lunga e pedalare, allora ridateci Maraia, ma siamo convinti che non sia così e che, anzi, sia lui il primo a doversi andare oltre la paura di perdere e infondere coraggio a chi scende in campo.




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