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Tassare il settore del gioco d'azzardo potrebbe essere un compito arduo

lunedì, 14 marzo 2022, 14:08

La tasse sul gioco d’azzardo variano in base al Paese di appartenenza: l’Italia è uno di quelli con la tassazione più alta d’Europa.

Nei Paesi in cui il gioco d’azzardo è legale, ci sono regolamenti da rispettare, come l’obbligo a pagare delle tasse sui profitti, sia che si tratti del concessionario, che di coloro che hanno effettuato delle vincite. In alcuni Paesi queste tasse sono davvero alte in altri, al contrario, sono molto basse.

In Italia il gioco d’azzardo è diventato legale a partire dal 27 giugno 1998. Come ben sappiamo, all’interno del sistema fiscale italiano, sono diversi i settori soggetti a tassazione: tra questi rientrano anche quelli del gioco d’azzardo e delle scommesse.

Come emerge da un’analisi condotta dall’agenzia Agimeg, la spesa degli italiani per le scommesse si aggira intorno ai 18,5 miliardi: questo significa che giornalmente viene sborsata una somma pari all’acquisto di un caffè, sia per i siti nuovi di scommesse online che per altri metodi di gioco alternativi.

Italia, tassazione più alta d’Europa per il gioco d’azzardo

I concessionari, compresi quelli dei nuovi siti scommesse online, devono pagare allo Stato una tassa pari al 54% della spesa, oltre al fatto che il costo di ogni singolo acquisto effettuato dalle imprese del settore per erogare il servizio viene maggiorato del 22% di iva, che a differenza di altri settori, non è scaricabile. Infine, anche sugli eventuali utili viene comunque effettuata la tassazione del reddito di impresa.

Insomma, il gioco d’azzardo in Italia è tassato molto più degli altri Paesi d’Europa, oltre ad avere anche un alto payout. Per avere un’idea concreta di quelle che sono le effettive percentuali si deve pensare, ad esempio, che i Gratta e Vinci riversano all’Erario il 55%, il Superenalotto il 72%, mentre le scommesse sportive il 26%.

Inoltre, durante questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19, il Governo è tornato a tassare le scommesse con un prelievo dello 0,3% che servirà, nei prossimi tre anni, a finanziare il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale.

Vero quindi che lo Stato guadagna sulle singole giocate dei cittadini, ma i costi del gioco d’azzardo sono ingenti e non vengono sempre considerati.

Gioco d’azzardo online: le vincite sono tassate?

Abbiamo esordito dicendo che le vincite del gioco d’azzardo vengono tassate: è bene sottolineare come, anche in questo caso, le regole variano in base al Paese, e che nella maggior parte dei casi si è soggetti a tassazione solo se il gioco d’azzardo costituisce una vera e propria professione o la principale fonte di reddito. In altri termini, se si gioca e si vince, ma nel contempo si ha una forma di reddito più consistente di quella derivante dal gioco, e non si fa affidamento su quest’ultimo per vivere, allora non si verrà tassati.

E per quanto riguarda le vincite derivanti dal gioco online?

Anche in questo caso è il Paese di residenza a determinare la propria posizione: se si risiede infatti in Europa, Regno Unito oppure Oceania, in linea di massima, non si è soggetti ad alcuna tassa sulle vincite al gioco d’azzardo online, diversamente da chi vive negli Stati Uniti, che al contrario dovrà dichiarare ogni anno, le proprie vincite all’interno della propria dichiarazione dei redditi.

Per quanto riguarda l’Italia, quando si parla di imposte sulle vincite, l’aliquota è applicata direttamente sui montepremi ed è a carico dei giocatori. Il governo è intervenuto su questo tipo di imposta sia con Quota 100 che con il Decreto su Reddito di Cittadinanza, andando ad aumentare l’aliquota fiscale sulle vincite. Quindi il maggior carico fiscale versa sulle tasche dei giocatori.

Lo studio

Secondo lo studio intitolato “Ma le tasse sul gioco d’azzardo funzionano davvero?”, che si basa sul confronto tra i numeri di gioco, le misure di tassazione adottate dallo Stato sul settore Giochi hanno ricevuto largo consenso nell’opinione pubblica, in quanto si pensa che possano scoraggiare il gioco d’azzardo. Il Governo, ha disposto aumenti delle imposte sul settore all’interno della Legge di Bilancio, del Decreto su Reddito di Cittadinanza, Quota 100 e nel Decreto Dignità.

In verità non c’è alcuna chiara evidenza che dimostri che l’aumento delle imposte fiscali sia uno strumento efficace per contrastare il gioco nel nostro Paese. Ciò è confermato anche dal fatto che non si è registrata una drastica riduzione delle somme giocate, nonostante gli aumenti, di conseguenza la reazione dei giocatori nei confronti dell’aumento dell’impostazione fiscale, e anche dinanzi all’abbassamento dei payout, è stata alquanto contenuta.

 

 

 




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