Detto tra noi
domenica, 29 gennaio 2023, 20:02
di fabrizio vincenti
Il passaggio del pacchetto di maggioranza della Lucchese sembra ormai questioni di poco. Non cambierà nulla se sarà tra due giorni o tra due settimane: la sensazione, peraltro confermata dalla logica, è che l'attuale compagine societaria sia seriamente intenzionata a irrobustire il sodalizio. In pista, tra mille voci, oltre all'imprenditore Andrea Bulgarella, sarebbero ancora un paio di fondi esteri, forse un'altra pista ancora, oltre a qualche altro soggetto che ormai pare fuori dalla corsa. Nelle mani di chi finirà la Lucchese non è ancora chiaro, anche se il costruttore di origine siciliana sembra in vantaggio e le stesse sue dichiarazioni di qualche giorno fa lo confermerebbero. Non sono però da escludere colpi di scena.
Quello che deve essere chiaro a chicchessia si avvicini alla Lucchese – detto che vorremmo avesse un volto ben delineato, sia esso persona fisica o società, e non sigle fumose delle quali non sentiamo assolutamente bisogno – è che serve (la usiamo con pudore, visto l'abuso) un progetto serio. La piazza è davvero stanca: di tutto ha bisogno, meno che di mediocrità, di cui peraltro la città abbonda. Ecco perché ci auguriamo, e non vorremmo essere nei panni degli attuali soci, che la scelta ricada su colui o coloro che saranno davvero in grado di riaccendere l'entusiasmo, di far sognare un popolo, quello rossonero, ormai ai minimi termini. Ma, e va detto, l'attuale sconforto non può e non deve ricadere su chi la Lucchese l'ha comunque gestita sinora: qualcuno dimentica troppo facilmente che ogni ipotesi alternativa di far ripartire il calcio a Lucca dopo il terzo vergognoso fallimento non avrebbe alla luce dei fatti avuto la forza di affermarsi.
Quello che hanno fatto i quattro soci, con l'aiuto anche bene non dimenticarlo di Gabriele Baraldi, è stato il massimo possibile, date le forze a disposizione. In troppi, a nostro avviso, lo dimenticano. Niente sogni, ma almeno la possibilità di veder rotolare il pallone tra i professionisti. Ora, però, non devono sbagliare il colpo. Hanno garantito la continuità in questi anni (se si aspettava la meschina classe imprenditoriale lucchese – per non parlare del nulla fatto dalla precedente amministrazione comunale – il calcio rossonero sarebbe morto e sepolto e non a caso tutte le ipotesi di acquisto vengono da fuori), ora devono trovare la forza di scegliere al meglio. Devono evitare eventuali perditempo, devono centrare il colpo. E' una sola pallottola. Ma non si può sbagliare, dopo le mille voci di questi anni, le cento trattative, spesso imbastite da personaggi improbabili a cui, giustamente, non è stato dato spazio. Dall'esterno non si può giudicare, lo facciano loro e sinceramente non vorremmo essere nei loro panni: la responsabilità ricadrà, nel bene e nel male, su loro. Scelgano pensando a tutta la Lucca che ama il rossonero.
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