Detto tra noi
giovedì, 17 marzo 2022, 08:58
di fabrizio vincenti
Abbiamo volutamente atteso qualche giorno prima di commentare i fatti intercorsi al termine della gara casalinga contro la Reggiana, a cui abbiamo, come da consuetudine, riservato uno spazio contenuto per garantire l'informazione base. Facciamo cronaca sportiva e non nera e non siamo abituati a ospitare "veline" provenienti da chicchessia. Abbiamo atteso qualche giorno, perché, con un pizzico di cinismo, volevamo vedere sino a che punto si sarebbe spinto l'onda moralista che puntualmente viene scatenata ogniqualvolta i tifosi rossoneri finiscono coinvolti in qualche episodio di violenza e talvolta nemmeno quello (come nel caso dei fatti di Livorno o con la bufala montata in occasione di una ricorrenza). Le conferme sono giunte in maniera quasi banale: è partita la solita chiamata alle armi, con titoli tenuti in evidenza per giorni sani, con nomi sbattuti in prima pagina, come altre volte non accade limitandosi alle iniziali dei coinvolti in fatti di cronaca. Le cronache, tanto per dire, sono piene di spacciatori arrestati dalle nostre parti a cui è stato concessa la possibilità di non essere messi alla pubblica gogna. Anche nelle scorse settimane: guardare per credere come abbondano le iniziali e a volte nemmeno quelle. Ma quando ci sono di mezzo tifosi della Lucchese e magari, perché no, la possibilità di dare vita a una nuova puntata della "trama nera" della tifoseria rossonera, non c'è scampo. Le mani tremano dell'emozione, lo sdegno per questi bruti è assoluto, la condanna è totale, definitiva. La scomunica è già scritta, il rogo già acceso. Le forze sane si attivano ovviamente per circoscrivere l’infezione.
Eppure, leggendo un minimo tra le righe di quanto accaduto, persino a un marziano appena sbarcato in questa valle di lacrime a cui avessero foderato gli occhi di prosciutto come segno di benvenuto, qualcosa non sarebbe tornato. Quanto è successo, anche vedendo le immagini fornite dalle forze dell'ordine, danno chiare indicazioni su chi ha aggredito, con tanto di mazze, e chi si è difeso a mani nude o al massimo con la cinta dei propri pantaloni. Il solito marziano, a quel punto, si sarebbe chiesto chi ha gestito l'ordine pubblico, una volta informato che nei pressi di quel pub si ritrovano da anni i tifosi rossoneri, E si sarebbe chiesto se quello era l'unico tragitto per riportare i tifosi ospiti all'autostrada (e in quel caso andava assolutamente garantita la possibilità di "impacchettare" i tifosi ospiti), oppure se potevano anche essere fatti transitare lato palazzetto dello Sport o, ancora, verso il casello di Capannori. Quanto è accaduto stavolta porta, spiace dirlo, anche evidenti responsabilità di chi ha gestito l'ordine pubblico, perché non sono accadute situazioni impreviste e imprevedibili, tutt'altro, a maggior ragione sapendo dei rapporti esistenti tra le due tifoserie. Un cortocircuito che ha purtroppo generato feriti anche tra le forze dell'ordine. In pochi si sono soffermati su questo aspetto.
Quanto al "mostro" arrestato e sbattuto il prima pagina come il peggio delinquente, ci onoriamo di conoscerlo e di avere con lui un'amicizia. La "vecchia conoscenza della polizia", ci risulta essere incensurata, ma siamo pronti a rettificare se così non fosse, nonostante i tanti anni al seguito della Lucchese. Un particolare che, ci pare, nessuno ha rimarcato. Così come il fatto che si tratta di una persona normale con una famiglia, un lavoro, un impegno nel sindacato, nella politica e nel sociale, non un hooligans a tempo pieno come è stato dipinto. Al punto che, in piena pandemia, ha passato giornate sane a cercare guanti, mascherine, disinfettanti per i sanitari del San Luca. "La vecchia conoscenza della polizia", infatti, durante il primo lockdown, e anche dopo accanto a chi non ha nemmeno i soldi per fare la spesa, era in giro con la propria macchina, andando di farmacia in farmacia, da grossisti di ogni genere per rifornire il nostro ospedale lasciato a secco di tutto o quasi dalle solerti autorità sanitarie. Un cliché di vita che in effetti stride con l’immagine del “mostro” a tutto tondo e che quindi viene puntualmente rimosso: devono restare semmai solo le macchie, relative ai suoi comportamenti allo stadio. Certo, non è tipo da darsela a gambe e scappare di fronte a gente intenzionata a picchiare a randellate dei tifosi rossoneri e pagherà quello che dovrà pagare. Ma sarebbe servito un maggiore equilibrio nel trattare la vicenda: si fosse usato il giusto peso, tutto questo – ripetiamo: tutto questo senza minimizzare quanto accaduto – andava detto e scritto senza mandarlo al patibolo. Pie illusioni, non avevamo dubbi.
martedì, 10 giugno 2025, 15:47
La delusione, la rabbia, il senso di frustrazione che ha pervaso un po' tutti, noi compresi, per l'epilogo ancora una volta disastroso da un punto di vista societario della Lucchese, non può non portare a una riflessione approfondita.
mercoledì, 28 maggio 2025, 18:31
Non siamo inguaribili ottimisti, anzi, ma il triste epilogo, l'ennesimo, del calcio rossonero ci ha comunque dato un misero conforto. La quasi matematica certezza che con il gruppo Affida non saremmo andati da nessuna parte. Se qualcuno aveva dubbi, crediamo se li possa essere tolti leggendo un comunicato stampa del...
domenica, 18 maggio 2025, 19:23
L'atmosfera che non si respirava da anni in città. Il maxischermo mai collocato in precedenza da una amministrazione comunale. La paura che si respirava dopo la sconfitta di Sestri. Le code al botteghino. La commozione di mister Gorgone prima dell'ultima rifinitura, dopo il confronto con la squadra.
lunedì, 28 aprile 2025, 07:51
La storia della Lucchese è fatto soprattutto di delusione, dolori, mancate promesse, rimpianti. Inutile negarlo. Se si eccettuano due periodi d'oro (prima e post Seconda guerra e l'era Maestrelli) questa piazza è andata incontro a rovesci e tanta mediocrità.