Rubriche : la lettera

Lucchese-Cuneo, brividi a mente fredda

mercoledì, 22 maggio 2019, 08:45

di mario santini

Durante tutta la settimana scorsa ogni tifoso della Lucchese non ha fatto altro che pensare al primo scontro Play Out col Cuneo. Nonostante si cercasse, inutilmente, di portare il pensiero da un'altra parte, lui, testardo come un mulo, si era fossilizzato su quella partita e non c'è stato modo di smuoverlo da lì: quel pensiero è stato un vero e proprio chiodo fisso, o meglio, una corona di spine, tanto da farci rivivere l'ennesima "settimana di passione". Del resto non poteva essere altrimenti visto l'importanza della posta in palio: la salvezza nel Campionato di Serie C. Anche i discorsi della  gente che ama e soffre per la Lucchese avevano un unico indirizzo di riferimento: via dello Stadio, che poi è la strada dove sta il Porta Elisa. In quei giorni di trepida attesa ognuno di noi difendeva la propria idea credendo che il suo pronostico sul risultato fosse quello giusto: ascoltando le parole degli amici e tirando fuori anche un briciolo di scaramanzia, che non guasta mai, abbiamo perciò convenuto che sabato 18 maggio "sulla ruota di Lucca" sarebbe dovuto uscire per forza il numero 1: quindi vittoria secca della Lucchese sul Cuneo. Per essere sinceri, a priori, ci saremo accontentati di uno "striminzito" 1 a 0 e molti tifosi lo avrebbero anche sottoscritto (io per primo) vista la caratura superiore dell'avversario, almeno sulla carta. Qualcuno ha anche azzardato che forse sarebbe stato buono anche il pareggio perché andava messo in preventivo il fatto che Lucchese-Cuneo era una partita di 180 minuti (!). Solo chiacchiere da bar, perché, durante tutto l'arco del campionato, ogni volta che i nostri grandissimi ragazzi sono scesi in campo, si sono fatti valere sempre e alla grande, soprattutto con le squadre attrezzate per vincerlo il campionato e poi sono abituati a dare sempre il massimo per onorare la maglia che indossano: quindi anche prendendo la partita con le molle per precauzione la vittoria della Lucchese ci poteva stare benissimo.

Ma, "non di solo calcio vive l'uomo", quindi vorrei cominciare il racconto partendo dal pre-partita di Lucchese-Cuneo visto da un'angolazione tutta particolare: la "grande abbuffata" organizzata al Bar Tre Cancelli addobbato con sciarpe e bandiere rossonere che hanno messo subito di buon umore e a loro agio una cinquantina di tifosi che avevano scelto quel locale lì esclusivamente per concentrarsi meglio sul match del pomeriggio. Appena sono scoccate le ore 13 è stato dato il via ai camerieri e da quel momento  è cominciata una gara vera e propria a chi mangiava di più, tenendo però sempre i "gomiti alzati" sui bicchieri: per due ore abbondanti, cioè l'equivalente di una partita di calcio con i tempi supplementari, abbiamo ingurgitato del buon cibo (le portate della casa tutte "riportate"), scaldato le gole con un vino nero buonissimo "a mescita libera" per favorire i cori e dato anche un piccolo "contributo" alla Lucchese (squadra) che è in angustie finanziarie per colpa dei soliti noti (per ora sono ancora quelli che abbiamo trovato nel "pacco" di Babbo Natale e che la Befana non li ha filati neanche di striscio non volendo appioppare ad altri disgraziati dei "Castelli in aria"). Appena bevuto il caffè seguito da un buon limoncello fresco era giunta l'ora di correre allo stadio a fare il biglietto per la partita: alle ore 16 esatte facevo parte della coda davanti al botteghino lato Tribuna Coperta che si andava ad allungare e si gonfiava minuto dopo minuto: uno spettacolo per gli occhi vedere tutta quella dimostrazione di affetto per la Lucchese nonostante i nuvoloni neri in cielo che annunciavano minacciosi un temporale in arrivo. Qualche saluto agli amici che andavano in Tribuna Coperta per paura della pioggia che invece non c'è stata e poi la solita goduria che provo da 50 anni quando salgo gli scalini che portano sulla  gradinata del Porta Elisa. Di solito osservo il riscaldamento dei giocatori stando in linea davanti a loro sui gradoni più bassi, oramai è diventato un rito perpetuo, poi da lì mi gusto le "fiabesche coreografie" dei ragazzi della Curva Ovest che cambiano aspetto ad ogni partita e che per la loro bellezza mi costringono a scattare ogni volta qualche foto-ricordo come fanno i turisti. Un altro aspetto positivo da non sottovalutare è il fatto che quest'anno, sia in curva che in gradinata, si vedono molti bamboretti contentissimi di essere lì con i genitori: sono "le nuove leve", forse i futuri ultras, alcuni hanno anche una bandierina rossonera da sventolare e quando si arrabbiano, si arrabbiano sul serio e dicono anche qualche "santa" parolaccia da tifosi consumati. Cosa dire di questo che può sembrare un paradosso? Sì perché, in realtà, quest'anno a Lucca molte famiglie stanno riscoprendo la bellezza di passare un pomeriggio allo stadio e questo accade nonostante un'annata che definire solo con la parola travagliata sarebbe come dire a un moribondo: "Sai ti vedo proprio bene!".

Finalmente la partita della verità ha inizio puntuale alle ore 18. Nonostante tutte le cose che mi frullavano per la testa, la tensione, la pancia piena zeppa e il gomito che anch'io avevo alzato non mi ero dimenticato che sabato 18 maggio era il giorno del ricordo di Picone; comunque i ragazzi della Curva Ovest per onorare questa ricorrenza che dal 2010 si ripete ogni anno avevano esposto uno striscione con tanto di data per ricordarlo anche ai più distratti. insomma, quello che stavamo vivendo al Porta Elisa era veramente un giorno solenne; di conseguenza anche l'arbitro non poteva essere un arbitro qualsiasi, ma uomo mandato dal Signore: infatti ad arbitrare Lucchese-Cuneo, "per combinazione", era stato designato un arbitro che in quel giorno particolare faceva proprio al caso nostro: il sig. De Angelis. Sicuramente, il significato del nome dell'arbitro sarà sfuggito a tanti, ma non è passato inosservato ai molti tifosi che portano ancora Picone, Sara e gli altri che non ci sono più nel proprio cuore. La designazione arbitrale non avrebbe però nessun valore se non la abbiniamo a un evento eccezionale che si è poi verificato durante la partita: il secondo gol della Lucchese è stato segnato proprio mentre tutto lo stadio stava intonando un canto per ricordare l'amico e tifoso scomparso prematuramente nove anni fa: "Sempre con noi, Picone sempre con noi, sempre con noi"... Allora "il pensiero unico" per questa volta lo mettiamo al servizio del calcio per ringraziare Picone e compagnia bella (sono già troppi!!!) che da lassù hanno guidato il piedino di Zanini e pilotato il pallone fino a fargli gonfiare la rete alle spalle del portiere Cardelli rimasto di stucco come un cardellino che trova lo sportellino della gabbia aperta e non sa cosa fare (tipo una vecchia canzone dei Clash "Should I Stay or Should I Go"). Aggiungo un piccolo dettaglio del tutto insignificante rispetto agli altri che hanno dei valori prettamente spirituali: quando Zanini ha segnato il gol portando la Lucchese sul 2 a 0 era il minuto numero 13. Da quel momento partita in discesa per la Lucchese, mentre il Cuneo si è trovato tutto ad un tratto a dover scalare una dura salita come i corridori del Giro d'Italia quando cominciano ad affrontare le prime rampe del Monte Zoncolan (la salita più dura d'Europa con 1060 metri di dislivello in 8 chilometri e mezzo che io conosco di persona). Evidentemente si corre meglio in discesa e la Lucchese si concede, non volendo,  anche il lusso di giocare in dieci l'ultima mezz'ora della partita: Bernardini commette un brutto fallo a metà campo entrando in scivolata sulle gambe di un giocatore avversario, l'arbitro gli sventola il cartellino rosso sul naso e lo espelle: Lucchese in dieci, peccato! Ma cosa possiamo rimproverare a un ragazzone che ogni domenica si danna l'anima per 90 minuti e corre su e giù per tutti i 115 metri del campo, rovinando anche il poco manto erboso rimasto nella terra del Porta Elisa? Nulla, assolutamente nulla. Come nulla possiamo dire al difensore-stantuffo Favale quando si è trovato 100 metri più avanti rispetto alla sua posizione naturale sul campo e si è mangiato un gol fatto con la porta spalancata e il povero "Cardellino" rimasto ancora una volta fuori dalla gabbia. Comunque gli ultimi quindici minuti di partita sono da cardiopalma: il Cuneo attaccava alla disperata con tutto l'organico dopo avere messo in campo forze fresche di buon livello. Il loro gol si sentiva nell'aria e avrebbe compromesso la bella prestazione fatta fino a quel momento da tutta la squadra rossonera. La sofferenza sugli spalti era palpabile e purtroppo il tempo, si sa, non passa mai quando si vince, mentre corre quando si perde. Io guardavo di continuo il cronometro del mio orologio che non voleva decidersi a fare "di nascosto" un bel balzo in avanti. Anche un mio compagno di avventura era in ansia accanto a me e mi sbirciava ogni volta chi io sbirciavo il cronometro. Per essere obiettivi dobbiamo anche riconoscere quanto sia difficile giocare in dieci contro una squadra forte in tutti i reparti, con una panchina più pesante della nostra e con l'assoluto bisogno di fare almeno un gol per tenere accesa la speranza di recuperare il risultato nella partita di ritorno in casa propria. La Lucchese allora è corsa ai ripari: ha schierato la difesa a cinque. posizionando anche gli attaccanti davanti ai difensori e ha cominciato a ribattere caparbiamente colpo su colpo gli attacchi forsennati del Cuneo. Un particolare però deve essere sottolineato: finché la Lucchese ha giocato in undici è stata nettamente superiore al Cuneo segnando due gol e sfiorando il terzo. Dopo l'espulsione di Bernardini la squadra ha accusato il colpo subendo oltremodo l'inferiorità numerica nel finale di partita che per contrappunto invece ha rivitalizzato gli avversari. In quei momenti la paura di non farcela a portare in porto il risultato assale il pubblico, ma anche i giocatori e i duemila del Porta Elisa hanno capito all'istante il momento difficile della squadra, come hanno anche capito che in quella manciata di minuti che rimanevano da giocare avrebbero potuto scrivere tutti assieme un'altra bella pagina di storia della Lucchese o se preferite del libro Cuore Rossonero. Allora in un amen il Porta Elisa è diventato una bolgia infernale con i tre settori dello stadio in piedi a sostenere i suoi beniamini: tutti sugli spalti battevano le mani e cantavano a più non posso col poco fiato rimasto, mentre i giocatori sul campo continuavano a lottare come Pantere inferocite con le poche energie rimaste in loro possesso. In fin dei conti in quei minuti finali abbiamo vissuto tutti assieme una piacevole sofferenza finita nel migliore dei modi. Infatti al 94*, quando l'arbitro il sig. De Angelis ha soffiato nel fischietto tre volte consecutive decretando la fine della partita, era fatta! La Lucchese si era imposta sul Cuneo per 2 a 0 disputando una partita bella e sofferta, mettendosi in tasca  una vittoria meritata e importantissima per il futuro della Pantera.

La festa finale ovviamente c'è stata con una cornice di pubblico e un tifo da Serie B: un'apoteosi durata più di un tempo supplementare con tutti i tifosi in piedi vicino alla balaustra ad applaudire e ad osannare i giocatori seguendo "lo spartito" dei cori lanciati dalla Curva Ovest. Nessuno dei presenti ha avuto il coraggio di lasciare lo stadio senza aspettare che i giocatori della Lucchese facessero il tuffo abituale sotto la Gradinata prima e sotto la Curva Ovest poi. Concludo con grosso plauso indirizzato ai 2000 amanti della Pantera che sabato hanno "timbrato" il cartellino di presenza al Porta Elisa per ammirarla vittoriosa e in tutto il suo magico splendore: bravi tutti. Agli assenti "ingiustificati" vorrei dire semplicemente che al netto delle penalizzazioni la partita col Cuneo poteva essere paragonata benissimo ad una gara dei Play Off: infatti è stata una partita intensa e bella all'inverosimile, ma purtroppo per voi ve la siete persa (!).



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