Rubriche : romanzo rossonero

Noi non siamo toscani

lunedì, 19 novembre 2018, 15:36

di alessandro lazzarini

Immaginate la Juventus che, assolutamente bisognosa di punti, si trovi ad affrontare una partita di campionato priva di Chiellini e Bonucci poiché il primo è stato ingiustamente espulso nella partita precedente e il secondo è stato convocato in nazionale col campionato regolarmente in corso. Certo, avendo preso la 'Vecchia signora' come esempio siamo nell'ambito della fantascienza, ma non c'è bisogno di sottolineare che razza di finimondo verrebbe fuori nell'opinione pubblica e anche a livello istituzionale, con dirigenti federali che probabilmente andrebbero a perdere addirittura la poltrona. 

Eppure è esattamente quello che è successo alla Libertas, priva dei suoi due difensori titolari, Martinelli fantasiosamente espulso col Pisa, Gabbia a giocare in nazionale 'under 20' il torneo '8 nazioni' mentre la sua squadra di club, col fardello di 11 punti di penalizzazione, deve vincere per risalire dall'ultimo posto in classifica.

La conseguenza ovviamente è che la Lucchese scende in campo con una difesa inventata, richiamando pure Madrigali che di fatto sembrava fuori rosa e accantonato pure dalle partitelle del giovedì. Va detto anche che i grandi opinionisti lucchesi, sia vero o meno, trattano i due ragazzi come due scappati di casa dall'inizio del campionato, scrivendo un giorno si e l'altro pure che senza l'acquisto di nuovi calciatori in difesa siamo allo sbaraglio. Favarin di certo sa il fatto suo e se Madrigali non è mai stato mandato in campo avrà le sue buone ragioni, ma sia chiaro che i sapienti lo considerano inadeguato senza averlo mai visto giocare. Che poi non è che i due offrano prestazioni particolarmente negative, ma nel calcio non si improvvisa niente e, con la cintura centrale arretrata sconosciuta, i rossoneri partono contratti e attendono un Siena che quindi imperversa, segnando subito due reti, la prima delle quali per un errore grottesco della difesa che non si sa perché lascia solo un uomo a due metri dalla porta senza ragioni di gioco plausibili. Presi due schiaffi, e potevano essere di più, la squadra reagisce. Come reagisce? Andando a pressare alta, iniziando a giocare d'attacco e non in modo attendista insomma. C'è da capire se si tratta di ordini di scuderia o di carenza di carattere dei ragazzi, ma già più volte la squadra ha rischiato di compromettere le sue prestazioni con atteggiamenti attendisti laddove, volenti o nolenti, le caratteristiche della rosa e di un centrocampo privo di incontristi suggeriscono un collettivo a suo agio con un gioco spregiudicato e offensivo e che, invece, va in evidente difficoltà quando deve contenere.

La reazione comunque è veemente e conduce a un pareggio che alla fine del primo tempo è pure meritato, inoltre corredato anche da un terzo gol degli ospiti annullato per fallo di mano volontario, senza che peraltro all'arbitro venga in mente di sventolare il secondo giallo in faccia al giocatore senese autore della scorrettezza. Chissà perché nel gioco del pallone applicare il regolamento è così difficile anche quando parla chiarissimo.

Abbiamo un attimo tralasciato l'ambiente del Porta Elisa all'indomani della sfortunata sconfitta con gli odiati cugini al di là del 'Foro'; siamo tornati su livelli di pubblico indegni per la piazza, ma ormai ci abbiamo fatto l'abitudine e i 'soci lucchesi loro malgrado', con le loro manfrine, dichiarazioni fuori luogo e omertà comunicativa (si veda la rubrica 'Detto fra noi' di Fabrizio Vincenti per informazioni, non c'è bisogno di ripetersi) non aiutano a recuperare il rapporto fra squadra e tifosi dispersi. La faccenda più odiosa però è che chi si fosse presentato allo stadio a scatola chiusa, avrebbe pensato di assistere a un Varese-Pistoiese, più o meno: si può sapere perché l'abominio delle seconde maglie deve privare il gioco della sua tradizione espressa a attraverso i colori sociali? Perché i rossoneri devono vestire di bianco e i bianconeri di arancione? A che scopo? Scaramanzia? Demenziale tentativo di vendere maglie alternative? Basta con quest'oscenità delle seconde e terze maglie buttate fuori a caso dalle borse: la Lucchese Libertas è rossonera e in casa deve giocare con la sua maglia, sempre.

Nel secondo tempo la partita si fa equilibrata con numerosi rovesciamenti di fronte che però mostrano i padroni di casa come unica squadra in grado di conquistare la partita, con gli ospiti sterili e mai pericolosi. Purtroppo è qua che la Pantera viene tradita dai suoi uomini più affidabili: prima De Feo si fa prendere dal desiderio di rivalsa verso la sua ex squadra e pretende di calciare un rigore fondamentale che però fallisce malamente, poi il portiere Falcone mostra riflessi da ultraottantenne su un tiro sgangherato e lentissimo da 25 metri di un ospite e prende il terzo gol. E' una mazzata.

Ma non è finita, perché la 'fortuna' riserva agli spettatori una scenetta finale che è la sintesi ideale dell'ipocrisia, del malcostume acquisito e della ridicolaggine che avvolge il calcio (e in qualche misura anche il popolo) italiano. Tornati immeritatamente in vantaggio senza aver fatto nulla, i senesi ovviamente iniziano a intraprendere tutte le pagliacciate tipiche di queste situazioni (non è questione loro, lo fanno tutti, inclusa la Lucchese), cioè perdite di tempo puerili e finti infortuni, ostruzionismo che talvolta in serie C diventa endemico e pertanto tollerato dagli arbitri. Su uno di questi palesemente finti infortuni per perdere tempo, alla Lucchese tocca il compito di tacita finta cavalleria sportiva che è un uso in queste situazioni: restituire il pallone. Sia chiaro che, per quanto ci riguarda, questa consuetudine è una delle robe più ridicole del calcio nostrano e nella maggior parte dei casi non è nemmeno un gesto sincero. Fatto sta che il Siena è tutto fermo in attesa della cortesia e non è che i rossoneri non restituiscono la palla, lo fanno, ma Isufaj non è d'accordo (nel caso: viva Isufaj), o non ha capito nulla, e si avventa sul pallone avviandosi verso la porta dove si trova a tu per tu col portiere che forse lo stende, forse l'attaccante rossonero, addirittura, per dar giusta conclusione alla sua iniziativa si tuffa. A noi pare si butti, ad esser sinceri, ma le simulazioni nel calcio se funzionano fan parte del gioco, tant'è che i grandi opinionisti se le fa un ultratrentenne le chiamano 'esperienza', altrimenti 'vergogna' (se ha simulato: viva Isafaj un'altra volta). Sia mai, succede il finimondo: nella sequela di abitudini antisportive tollerate, c'è stato il gesto antisportivo non tollerato, quindi è rissa, in campo, in tribuna, con gli ospiti furiosi e fuori di testa. Pagano i due allenatori, espulsi, e Isufaj ammonito per simulazione.

Quel che resta è la terza sconfitta in campionato, tutte a domicilio e tutte contro le odiate e spocchiose toscane: Arezzo, Pisa e Siena. A proposito: noi non siamo toscani, se non politicamente per esser stati tragicamente assegnati a questa regione, che ci ha tolto tutto quello che avevamo, a livello istituzionale. Sarebbe bene che se ne ricordasse di un po' di storia ogni tanto la nostra pseudoopinione pubblica, e anche i nostri politici, perché di solito se non si sa da dove si viene non si capisce come si possa sapere dove andare. Comunque la Lucchese di Favarin è una squadra che è degna di essere seguita e supportata, oltre che affiancata in questo momento in cui la combinazione di penalizzazione e sfortuna sta dando mazzate tremende al morale dei giocatori.



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