Porta Elisa News

Ottaviani parla, Ceniccola risponde: "Domani un incontro per cedere la Lucchese a un imprenditore romano"

martedì, 12 marzo 2019, 23:08

di fabrizio vincenti

"Ho dato un mese fa le dimissioni da consulente, ma non ho nessun problema a parlare: mi dica". Enrico Ceniccola, nome e volto noto del calcio, con qualche disavventura a dir poco, nel mondo del calcio, ultima solo in ordine di tempo quella a Savona dove rimediò sei mesi di squalifica, ha finito per intercettare l'orbita rossonera per poi allontanarsi, dopo la clamorosa e dura contestazione del 28 dicembre scorso, quando in compagnia di Aldo Castelli e Umberto Ottaviani sbarcò, contro il volere di una tifoseria intera, al Porta Elisa. Si è dimesso, ma continua in qualche modo a giocare un ruolo nella Lucchese fantasma di questi mesi. Come conferma lui stesso, dando la sua versione dei fatti su quanto è accaduto, ma anche su quanto potrebbe accadere. E del resto, lo ha chiamato in causa proprio l'amministratore unico Ottaviani. "Sulla Lucchese, parlate con lui", ci ha detto. 

"Non sono più consulente da circa un mese, peraltro lo ero di Aldo Castelli e di Umberto Ottaviani, che sono due amici, e non direttamente della Lucchese. Comunque  non ho problemi a parlare: mi dica". 

Perché si è dimesso?

"Ero venuto a Lucca per un progetto, nel quale, lo sottolineo, non c'entrava nulla Pietro Belardelli, che però è naufragato".

Ha citato Belardelli, che periodicamente esce fuori accostato alla Lucchese, anche in questi giorni.

"Chiariamo una volta per tutte: io ho fatto il consulente di Belardelli nel luglio 2017, quando voleva prendere la Lucchese. Mi sono incontrato con Moriconi su indicazione di Belardelli, ma non lo sento più da tempo e ho letto che lui stesso ha preso le distanze da me. Una cosa è certa: nell'operazione di dicembre lui non c'entra nulla".

Perché lo aveva contattato?

"Perché sono nel calcio da tanto tempo e ho competenze per vedere i bilanci delle società di calcio, cosa che ho fatto anche in quella circostanza".

E come è arrivato allora a entrare nell'acquisto della Lucchese di Castelli?

"Sono rimasto in contatto con Moriconi e Martinelli, due persone perbene, e nel momento in cui ho saputo che volevano cedere la società mi sono riproposto, visto che avevo persone che volevano investire nel calcio".

E Castelli?

"Era il tramite". 

Non si chiamano prestanome?

"Diciamo che in quel momento serviva una persona che traghettasse il club, poi con quello che è successo, chi doveva entrare si è tirato indietro, ricorderà benissimo com'è andata la conferenza stampa al Porta Elisa".

Parla dei tifosi, ma cosa avete fatto per conquistare la fiducia in questi mesi? Fermo restando che a voi, sin dall'inizio, nemmeno i giocatori ve ne hanno data. E qualcosa vorrà pur dire. 

"Non c'è stato dato il tempo, quanto ai giocatori li ha montati Obbedio, ho la certezza di quello che dico".

Chi voleva acquistare la Lucchese?

"Erano soggetti che gravitano nell'area baltica, ma sono anglossoni. All'estero fa gola un club per piazzare giocatori da far crescere".

Proprio nell'area baltica opera lei, di recente ha firmato anche un accordo: sono le solite persone?

"Chissà...".

Saltando loro, è rimasto Castelli con il cerino in mano.

"Esatto, con i tifosi che non accettavano questa soluzione e con Castelli che non ha comunque i mezzi per sostenere il club. Sembra tutto paradossale, ma non siamo dei pazzi, anche se capisco che dall'esterno sembra tutto inspiegabile". 

Perché nessuno si è tirato indietro?

"Le soluzioni erano due: o Moriconi riprendeva il club, e non vuole, oppure si deve trovare un nuovo compratore. E fino a che non c'è stata la multa della fideiussione in tanti si erano fatti avanti".

Già, perché non l'avete sostituita a gennaio, per 20mila euro?

"Non è così semplice, volevano garanzie per 350mila euro. Chi le dava, dopo che era rimasto il solo Castelli?".

A proposito, chi ha pagato le spese a gennaio, visto che dopo sono stati attinti solo soldi federali?

"Ufficialmente Castelli".

Che vuol dire ufficialmente?

"Le transazioni, per i debiti che sono stati saldati, le ha fatte Moriconi, i soldi diciamo li ha messi Castelli". 

Se le dico Barghigiani che mi risponde?

"Che lo conosco bene, è un amico, ma non faceva parte del gruppo. Che poi Moriconi lo sentisse per consigli è un altro discorso...".

E se le dico Tommasi?

"L'ho conosciuto il giorno della presentazione della nuova società, so che è amico di Barghigiani, che peraltro in Toscana conosce tutti".

E ora? 

"E ora cerchiamo una soluzione, con Moriconi o senza, per un passaggio. Oltretutto penso che la squadra, tramite i play out, possa ancora salvarsi. Ci sentiamo spesso con Moriconi e Martinelli che sono molto attivi nel provare a trovare una soluzione". 

E c'è qualcuno che si è fatto avanti?

"Domani c'è un incontro a Roma con un possibile acquirente per vedere se firmare un preliminare di vendita. Sarò con Castelli all'incontro, anche se non sono più suo consulente per le vicende della Lucchese, ma glielo devo".

E' un imprenditore romano?

"Sì, niente nomi. Le posso dire che ha già fatto calcio, magari con qualche situazione in cui è andata bene e altre meno, ma va tenuto conto che la Lucchese, vista la particolare situazione, non può guardare troppo per il sottile. Ha avvicinato me, non so perché, ma mi continuano a cercare. E' romano, ma non è Belardelli, posso solo aggiungere che non ha ancora parlato con il sindaco (l'identikit dunque non corrisponde a quello dell'imprenditore proposto da Fabio Bettucci ndr) e ha chiesto a me di far da tramite".

 




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