Porta Elisa News

Castelli non in aria: ecco il nuovo nome a cui vuol cedere Moriconi

lunedì, 24 dicembre 2018, 08:20

di fabrizio vincenti

Tranquilli, ci pensa Arnaldo Moriconi a far fare festa alla Lucchese e trovare il giusto acquirente. Dal cilindro dell'imprenditore dalla ieratica barba, nelle ultime settimane, dopo l'ennesimo flirt fallito con la cordata degli imprenditori romani e milanesi rappresentati da alcuni studi legali e con sullo sfondo mille altri contatti annodati e spezzati a ciclo continuo dal fido Fabrizio Martinelli, ecco che spunta il nome di Aldo Castelli. E' a lui che Moriconi vuole affidare la maggioranza della Lucchese. Probabilmente a breve. Sono tanti i segnali che depongono in tal senso: da Anca Moldovan in Città Digitali a Enrico Tommasi nella Lucchese, il quadro sta smottando giorno dopo giorno. 

Chi è Aldo Castelli? Nato a Roma nel 1958, risulta essere amministratore e socio di alcune società. A partire dalla Loreale, una srl nata nel 2011, specializzata nella produzione di paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei simili. Castelli risulta anche liquidatore della Seven One, azienda, secondo la visura camerale inattiva, e amministratore unico della Exe Group, anch'essa inattiva. Castelli possiede inoltre il 66 per cento di Pasta Bella, insieme a Claudio Paoletti (33 per cento) e Alessio Pilloni (1 per cento ma che funge da amministratore). Attiva è invece la Safe Purchase, nata nel 2017 e che si occupa di commercio all'ingrosso di articoli sportivi incluse biciclette e di cui Castelli è socio unico (oltre a detentore del 100 per cento), amministratore è Rita Egidi.  Castelli, come ditta individuale, si occupa anche di protesi dentarie, inclusa la riparazione, dall'ormai lontano 1993. 

Tutte le aziende hanno un indirizzo di posta certificata tramite una società specializzata. Eccezion fatta per l'attività di protesi dentarie, tutte sono in contabilità semplificata (possono cioè essere costituite con solo 1 euro, mentre il massimo non può superare i 9.999,99 euro), e quasi tutte hanno sede al civico 31 di via Eleonora D'Arborea a Roma. Un particolare curioso. E' lo stesso numero civico, la stessa via dove svolge l'attività da commercialista Enrico Ceniccola. Sarà il commercialista di Castelli? Può essere. Anzi, di più. E' un suo socio, visto che Loreale è per metà di Castelli e per metà proprio dell'ex discusso guardalinee. Una coincidenza, o due più due fa quattro?

Ceniccola, come molti ricorderanno, era il direttore generale in pectore, quando il duo Bini (Carlo)-Moriconi stavano per cedere la Lucchese a Pietro Belardelli, per il tramite degli avvocati pisani. Ceniccola, ex guardalinee rimasto invischiato ai tempi di Calciopoli nell'indagine sulla "cricca" che ruotava intorno a Luciano Moggi, fu poi assolto da ogni accusa.  L'ex tesserato dell'AIA che da anni coltiva, in verità senza grandi risultati, l'ambizione di divenire dirigente calcistico. Ceniccola, solo per venire agli ultime stagioni, ha avuto una esperienza come consulente del Savona. Come noto, nel 2015, il club fu retrocesso in serie D per combine, collezionando, come consulente, sei mesi di inibizione e 30mila euro di multa. Tre anni e mezzo furono comminati a un altro consulente più volte accostato a Ceniccola, ovvero Marco Barghigiani (tenete a mente anche questo secondo nome). 

Al suo arrivo a Savona, dopo una esperienza non decollata a Grosseto, Ceniccola dichiarò: "A Savona non finirà come nella mia breve e precedente esperienza da dirigente a Grosseto, è una storia diversa. I tifosi possono stare tranquilli. E ad Alessandro Moggi, che conosco bene come il padre, chiederò magari consigli su qualche giocatore da acquistare". Non è andata proprio nel migliore dei modi, a vedere la fine del club della riviera di Ponente. Nell'estate del 2016 Ceniccola prende armi e bagagli e si sposta a Messina, dove diventa direttore generale pur non essendo mai stato presentato ufficialmente ma agendo come tale: un rapporto che si interrompe bruscamente nei primi mesi del 2017.

Ora, ecco che in qualche modo rispunta il suo nome, legato a un personaggio che si starebbe proponendo come possibile (c'è chi dice sicuro) acquirente della Lucchese. Chi crede alle casualità, è servito. Ma se non bastasse, eccone un'altra. Prima, però, un passo indietro. Al numero telefonico dello studio odontecnico di Roma, che per Pagine Bianche è in un'altra via della Città Eterna rispetto a quella della visura camerale, risponde una signora che dice: "Non c'è nessuno studio, è una casa". Clic. Non va meglio se si prova il numero della Loreale che vede soci il duo Ceniccola-Castelli: componendo il numero, il telefono resta muto. Nessun segno di vita nemmeno – e la cosa è per certi versi più sorprendente – se si prova a contattare il numero dello studio da commercialista di Ceniccola. I numeri, manco a dirlo, sono tutti su Pagine Bianche. 

Dicevamo delle coincidenze. Ripartiamo da lì. Ovvero dal duo che lo scorso anno stava per divenire l'ossatura della Lucchese targata Pietro Belardelli: Enrico Ceniccola e Marco Barghigiani. Quest'ultimo, apparentemente, non sembra coinvolto, ma ecco un'altra circostanza curiosa. In molti, in questi giorni, si chiedono chi, e come, possa aver suggerito il nome di Enrico Tommasi a Moriconi. Tommasi, che è un dipendente di un'azienda della provincia operante nel settore dei prodotti per la casa e la bellezza, naviga da un po' di tempo nei dilettanti. Forse non proprio il profilo adatto per una società come la Lucchese che, almeno per ora, è e vorrebbe restare nei professionisti.

Da dove arriva l'imbeccata che ha portato Tommasi a essere il direttore generale della Lucchese? Saperlo. Se lo chiedono un po' tutti. Difficile arrivi direttamente da Moriconi, che del calcio ha una conoscenza a dir poco sommaria. Di curioso c'è che con Marco Barghigiani – il cui telefono pare si incroci di frequente proprio con quello di Moriconi in questi ultimi tempi – Tommasi vanta un precedente. I due si conoscono, non solo perché il mondo del calcio è, tutto sommato, piccolo. Hanno lavorato insieme: nel 2011, nella Fermana, in una stagione che si concluderà con dimissioni di massa della dirigenza. Il clun marchigiano non riuscirà a iscriversi al campionato solo un anno dopo. Barghigiani, nel 2011, ne era il direttore tecnico, e indovinate chi era il consulente di mercato? Avete azzeccato: Enrico Tommasi. Che però continua a professarsi portato da nessuno. Moriconi lo avrà scelto per la sua indiscutibile esperienza nei dilettanti? E Castelli, invece, chi lo ha presentato a Moriconi alla luce delle tante coincidenze? Babbo Natale si tira fuori. La Lucchese, purtroppo, c'è ancora una volta dentro fino al collo. 

 

 

 




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