Mondo Pantera

Pacini: "Società, c'è troppa improvvisazione"

sabato, 12 agosto 2017, 15:32

di fabrizio vincenti

E' un semplice socio, ormai. Niente più incarichi in Lucca United, la cooperativa dei tifosi rossoneri. Ma la Lucchese la segue, eccome. In tasca, come tanti, già l'abbonamento per la prossima stagione, ma Piero Pacini non rinuncia certo a dire cosa pensa del mondo Lucchese. Più di una cosa non gli torna. E lo dice, senza tanti giri di parole. 

"E' lampante ci siano difficoltà in società, a maggior ragione una campagine allargata come l'attuale che però, economicamente, ha poche carte che valgono come un carico di briscola. Mi pare che per l'ennesima volta la società è in mano a una sola persona che la fa da padrone". 

I nuovi ingressi latitano.

"Non ci sono, dobbiamo dirlo chiaramente. Ai primi dell'anno fu nominato Carlo Bini, una persona di grande simpatia umana, come amministratore: doveva rimanere poco tempo. Sono passati otto mesi è sempre lì. Si parlò di 4-5 nuovi ingressi anche importanti: a oggi siamo a zero".

Che futuro intravede nella Lucchese?

"La vedo nebulosa, ci sono due certezze: il tecnico, preparato e serio, come il direttore sportivo. Il resto mi pare improvvisazione, basti pensare a quanto fatto allontanando un dirigente valido dal settore giovanile come Massimo Indragoli, ogni anno si cambia, non è possibile. Per quanto riguarda i soci, mi pare che Zappelli e Campani abbiano esperienza e visione, gli altri mi sembrano solo tifosi con intenti lodevoli".

E la squadra?

"Per le disponibilità su cui si poteva contare, mi pare sia stata allestita in modo intelligente, poi, come sempre, conterà il campo". 

Che umore si respira tra chi segue la Lucchese?

"C'è  un po' di preoccupazione".

Eppure la campagna abbonamenti sta andando bene.

"Vero, ma con queste proposte quasi omaggio, mi pareva il minimo. L'abbonamento rischia di costare quanto due pizze e una birra". 

La terza divisione continua a arrancare: esclusioni, ripescaggi, problemi economici, penalizzazioni.

"Nel calcio servono tre componenti: passione, competenza e denaro. Il calcio italiano, in generale,  è in grave ritardo. Cito per esempio il fatto che squadre del livello della Roma non abbiano uno sponsor sulla maglia: è il segno della difficoltà. Quanto alla Lega Pro, ha cambiato nome ma i problemi restano. La terza serie ha una sola possibilità: trasformarsi e qualificarsi attraverso il settore giovanile, l'unico modo per chi, come anche Lucca, ha tradizione ma non risorse". 



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