Detto tra noi

L'ultima trincea

venerdì, 1 marzo 2019, 16:22

di fabrizio vincenti

Spesso, forse per mettere un freno alle emozioni, ci ripetiamo che non ci meravigliamo più di niente. E invece, anche stavolta, il cinismo si è dovuto rintanare, il cuore ha battuto forte quando in redazione è giunto il comunicato di Lucca United in cui si annunciava una raccolta fondi per gestire le situazioni di ordinaria amministrazione della Lucchese. Già, perché come hanno ricordato i giocatori e lo staff rossoneri davanti alla commissione comunale,  con una dignità che non dovrà mai essere scordata da chi vuole bene alla Lucchese, sino in questo abisso ci hanno condotto la gestione Moriconi sfociata in quella della triade romana sparita da settimane. Sino a non avere le bottigliette d'acqua per dissetarsi. Sino a non avere un magazziniere. Sino a non avere, al momento, i soldi per organizzare una trasferta a pochi chilometri. Sino a non far emettere i cedolini paga perché da mesi e mesi  lo studio che li produce non vede un euro e ora ha detto basta. Una vergogna indelebile per tutti i protagonisti di questa pagina da voltastomaco del calcio cittadino.

Eppure in questa vergogna c'è chi non si arrende. Sono i tifosi rossoneri. Che abbiamo visto salire sul traghetto per la Sardegna, come se si andassero a giocare la gara che vale lo scudetto. Sono nei cori di quella curva che tutte queste vicende hanno messo a dura prova, ma che è restata al fianco dei giocatori. Sono nelle parole di chi, di tutte l'età, si ritrova allo stadio quando si allenano i ragazzi. E che cerca una parola di conforto, cerca qualcosa e qualcuno che li tolga da un incubo. Da quella che è una vera e propria violenza. Forse la peggiore, quella che dilania i sogni. Sono negli occhi umidi di chi, indimenticabile ex capo ultras di decenni fa, sale sul pullman della squadra e con il groppo alla gola chiede di mettercela ancora una volta tutta mentre i giocatori stanno partendo per Cuneo. E le emozioni e la rabbia e l’impotenza ti travolgono quando la stessa partenza diventa un affare di Stato, perché la società non esiste e nessuno, in assenza di ordini da generali che non si trovano più e hanno già dismesso l'uniforme vergognosamente indossata, può assumersi l'onere di prelevare i pochi spiccioli dalla cassa.

Sono i tifosi rossoneri, dicevamo, che non arretrano di un millimetro e difendono un sogno. Difendono una trincea. Quelli che una parte della città guarda con malcelata puzza sotto il naso. La puzza che invece quella parte di città ha nelle sue narici. Che ha dentro. Puzza di merda. Sono i tifosi rossoneri, dicevamo, che non si arrendono. E' Lucca United che, mentre i commissari comunali parlano, concionano, ipotizzano, propongono mozioni d'ordine, passa all'attacco dalla trincea. E  avvia una raccolta fondi per le spese immediate, non la panacea dei mali, che devono essere risolti da altri, sindaco in primis, sinora incapace di risolvere un oggettivamente complicato rebus. Non denaro per pagare gli stipendi a questi calciatori, che la Lucca che conta non tirerà mai fuori. Ma uno scatto di orgoglio, l'ennesimo. "Il momento è ora! Per i nostri colori, per la nostra città!", scrivono. E come dargli torto.  La situazione è penosa, ma chi vuol bene alla Lucchese deve provare, anche come modo per ringraziare la squadra, a reggere sino alla metà di marzo. Allora verranno tutti i nodi al pettine: dagli stipendi alla fideiussione. E a quel punto, anche la generosità di un popolo potrebbe non bastare senza altri fatti concreti. Ma se crollo dovrà essere, che lo sia in piedi. E’ forse l'ultima trincea. E i tifosi rossoneri, ancora una volta, hanno risposto: presente!



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