Detto tra noi

Moriconi, una volta per tutte, dica a che gioco gioca. Senza tergiversare

venerdì, 9 marzo 2018, 16:35

di fabrizio vincenti

Per strada ci fermano parecchi tifosi che ci chiedono a che punto sia la trattativa, che per inciso va avanti ormai da un mese e più, tra Arnaldo Moriconi e l'imprenditore senese Lorenzo Grassini con l'intermediazione di Fabrizio Lucchesi. E noi, a tutti, allarghiamo le braccia. Non in segno di resa, ma, piuttosto, di perplessità. Non capiamo cosa stia impedendo la conclusione della trattativa che un po' tutti i protagonisti davano in dirittura di arrivo.  Il prezzo stesso, da quanto fatto ventilare dalle due parti, era stato fissato. Il contratto ormai pronto. Gli avvocati e i commercialisti sostanzialmente d'accordo. 

Poi, qualcosa, si è incrinato. Perché quando la volontà del compratore e del venditore si trovano, non si sta a menarla tanto alla lunga. Anche in considerazione del fatto che a breve ci saranno altre scadenze di pagamento. E allora, tanto per cambiare, grazie a una gestione che ha riservato, bene nessuno lo dimentichi, la firma di un preliminare a sorpresa (ridicolmente, a momenti, anche per alcuni esponenti della stessa proprietà rossonera) con due avvocati illustri sconosciuti nel novembre scorso, le carte sono ancora una volta tutte da scoprire. Cosa stia succedendo solo i protagonisti lo sanno. Ma è chiaro che qualche ostacolo è sorto. Che sia un ulteriore tavolo su cui starebbe giocando l'imprenditore dalla ieratica barba; che sia un ritorno (il millesimo) di fiamma con il sodale in altri business che porta il nome di Pietro Belardelli; che, ancora, sia un gioco al rialzo; o che Moriconi non voglia privarsi di quella che ormai considera una sua creatura; o, infine, che i conti, magari, non tornino del tutto, poco conta. 

Resta il fatto che la trattativa sembra subire uno stop. Da verificare di quale entità. Quello che deve essere chiaro, anzi chiarissimo, è che la piazza è stanca di tira e molla. Di presunti rilanci da parte di altri soggetti. Di dover trattenere il respiro ogni quindici del mese, in attesa che Moriconi allarghi i cordoni della borsa. Di non capire cosa riserverà il futuro. La sensazione è che Moriconi con il "giocattolo" Lucchese si stia divertendo, un po' come tutti coloro che finiscono per entrare nel mondo del calcio, con la differenza che il Nostro non intende certo rimetterci un euro.  Un altro giro di giostra senza chiarire la direzione, a nostro avviso, non ci deve essere. Dopo averla comprata, portando dopo un anno un po' di linearità in una situazione che lo vedeva paradossalmente nella duplice veste di finanziatore e di gestore della società, Moriconi dica cosa vuol fare, una volta per tutte. La pazienza si sta esaurendo. Anzi, si è esaurita. Se vuole vendere, purché non siano personaggi privi di credibilità ma magari in grado di promettergli mari e monti, lo faccia, a maggior ragione se la trattativa si pensa che abbia i presupposti per essere seria; altrimenti dia altri tipi di certezze. Da questa navigazione a vista, con un amministratore unico che doveva essere temporaneo ma in sella da oltre un anno, è ora di uscire.  



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